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LE ECCELLENZE CULINARIE CAMPANE image - Coggle Diagram

- - - - Gragnano, infatti, si trova in cima ad una valle, dove sfociano numerose fonti montane
        Quest'acqua alimentava i mulini e conferiva alla pasta un sapore molto caratteristico.
        Inoltre, il clima caldo, ma ventilato per la vicinanza del mare, favorisce l'essiccazione che, anticamente, avveniva all'aperto, lungo le strade cittadine in condizioni di temperatura e umidità naturalmente costanti, che garantivano il gusto e la perfetta conservazione del prodotto secco.
        
        Così nel XVII secolo sorsero i primi pastifici a conduzione familiare e ben presto la città divenne un centro industriale molto rinomato, i cui numerosi pastifici ancora oggi seguono delle regole produttive di imprescindibile importanza
        
        Ancora oggi, l'uso di semola di grano duro e la lavorazione tradizionale, caratterizzata dalla trafilatura in bronzo e dalla successiva essiccazione controllata, sono fattori che garantiscono alla pasta di Gragnano una qualità altissima
        .
- - - - Anche il tipo di farina era poco nobile: si tratta della semplice farina di grano morbido, la 0, che si distingue dal grano duro utilizzato solitamente nelle regioni del Sud.
        
        Il pane cafone dei Camaldoli in breve tempo riuscì a giungere anche sulle tavole reali di Ferdinando IV
        
        Questo tipo di pane si ottiene usando il lievito madre o il criscito che è una pasta realizzata con i residui delle precedenti crescite.
        Ha una lenta lievitazione e a cottura va eseguita solo in forni a legna . Così ha una la mollica alta, di colore paglierino, e la crosta piuttosto spessa e croccante.
- - - - L'origine della pizza sembra risalga fra il ‘500 e il ‘600 proprio nel Regno di Napoli.
        Era la pizza Mastunicola: il condimento di questa prevedeva l’utilizzo di lardo, cigoli, formaggio di pecora, pepe e basilico
        
        Solo nel 1700 i pizzaioli napoletani usarono il pomodoro per condire le loro pizze. In breve tempo, però, questo semplice cibo seppe conquistare tanto il palato del popolo, quanto quello dei reali
        Nel 1889 Raffaele Esposito, titolare della storica taverna napoletana “Pizzeria di Pietro e basta così”, inventò la pizza Margherita in onore della Regina d'Italia con i colore del tricolore
        il basilico per il verde, la mozzarella per il bianco e il pomodoro per il rosso.
- - - - Un giorno, la madre superiore, di nome Clotilde, si accorse di alcuni avanzi di semola bagnata nel latte.
        Era un peccato buttare quegli avanzi perciò li unì con ricotta, frutta secca e liquore al limone
        Infornò due sfoglie riempite di un impasto, allungato con vino bianco e strutto, formando un cappuccio di monaco: era nata la sfogliatella Santarosa.