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Divina Commedia - Global Issues nel Canto V, Baudelaire - Il Vampiro -…
Divina Commedia - Global Issues nel Canto V
Topos letterario: Amore vs Morte (Eros e Thanatos)
L'amore dannato e infernale
"Caina attende chi a vita ci spense."
In questa frase possiamo notare la carenza di rimorso, nonostante sia stata lei la prima e commettere il peccato, augura comunque la morta infernale a colui che ha tolto a lei e Paolo la vita
"al tempo d'i dolci sospiri, a che e come concedette amore che conosceste i dubbiosi disiri?"
In questa terzina dante domanda a i due amanti come hanno riconosciuto il loro desiderio lussurioso, Dante utilizza l'allitterazione della 'd' e personifica l'amore facendogli assumere la colpa, un po' come fa Francesca che incolpa l'amore di tutto l'accaduto
Viene ripetuto l'aggettivo 'dolce' per la terza volta nel canto, questo crea un'antitesi tra il contesto in cui si ritrovano, ossia l'inferno, e il tema dell'amore e della dolcezza
"questi, che mai da me non fia diviso"
Francesca non è pentita di quello cjhe è successo tra lei e Paolo, per questo in fin dei conti si ritrova all'inferno
"mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi ancor non m'abbandona"
Nonostante sia un amore infernale e peccaminoso, è anche cosi forte da tenere i due amanti uniti anche dopo la morte
La donna dannata
"Nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice
ne la miseria;"
Francesca spiega a Dante come non ci si può sentire peggio che ricordarsi dei tempi felici e belli quando è nel tormento e nell'infinito dolore; qua possiamo capire che Francesca è dannata siccome vive ormai nella miseria
"I tuoi martìri"
Vengono esplicitate le preooccupazioni e i tormenti di Francesca, una donna infernale la quale vive nella misera e nel tormento
L'amore cortese - Amore del dolce Stil Novo
L'amore visto come potenza a cui è inutile opporsi (colpevole del peccato di Francesca e Paolo) - Interpretazione di Andrea Cappellano
''Amore, ch'ala cor gentil'' + ''Amor, c'ha nullo amato amar perdona, / mi prese del costui piacer sí forte''
Metafora + personificazione - l'amore che
velocemente
prende fuoco nei cuori nobili, che non risparmia nessuno e che conduce a una comune morte
''Per più fïate li occhi ci sospinse / quella lettura, e scolorisci il viso; / ma solo un punto fu quel che ci vinse''
Pronome personale con valore reciproco + Anastrofe - Amore che parte dagli occhi (sguardo) per colpa della lettura e rapisce tutto il corpo
''Amor condusse noi ad una morte''
Apice del climax ascendente costituito da una ripresa analogica del nome comune ''Amor'' presente nel v.100, v.103 e v.106 + personificazione - Il sentimento amoroso si configura principalmente come pena
''che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende''
Parallelismo - tempi verbali contrastanti che simbolizzano la pena causate nei due amanti in seguito al peccato da loro commesso di cui è colpevole l'amore
''che, come vedi, ancor non m'abbandona''
''Quel giorno non vi leggemmo piú avante''
Reticenza - amore travolgente e fortemente passionale che li impedí di procedere con la lettura [cultura] del Lancelot du Lac (Romanzo della tavola rotonda di Lancillotto) e li spinse a creare una storia d'amore analoga a quella di Ginevra e il Lancillotto
Rivisitazione dell'amore dello Stil Novo
Anticipazione - Dante più avanti concepisce il vero valore dell'amore --> l'amore per D-o
La pietá di Dante
La pietà di Dante in questo caso viene interpretata come compassione nei confronti di Francecsa
"Francesca, i tuoi martìri a lagrimar mi fanno tristo e pio."
Grazie a questa dittologia sinonimica Dante trasmette a Francesca ed al lettore la sua tristezza e la sua pietà, tanto da indurirsi alle lacrime
"del nostro amor tu hai cotanto affetto"
Francesca riconosce la compassione di Dante per lei, riconosce il suo affetto per l'more di Paolo e Francesca; forse tutto questo è perchè Dante riesce a relazionarsi a causa del suo amore per Beatrice, una donna che non era sua moglie
"se fosse amico il re de l'universo,
noi pregheremmo lui de la tua pace,
poi c'hai pietà del nostro mal perverso"
Francesca apprezza talmente tanto la compassione di Dante, che gli augura ciò che lei desidera più di tutto, la pace
La parola 'pietà' assume un valore polisemico; dimostra l'empatia e il turbamento di Dante nei confronti di Francesca
Viene utilizzata una perifrasi per Dio perchè Francesca non è degna di pronunciare il suo nome essendo un'anima dannata
Dante sviene per la pietá verso chi vi soccombe
Il peccato e la rovina (ruina)
Peccato dato dalla ragione La ragione è sopraffatta dalla passione , ragione vista soccombere
''Nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice ne la miseria;''
Antitesi - In questa citazione, la causa [''tempo felice''] che portò alla conseguenza [''miseria''] sono messe a diretto contrasto
''La bufera infernal, che mai non resta, / mena li spiriti con la sua rapina, / voltando e percorrendo li molesta.''
Contrappasso per analogia + sfera sensoriale del tatto - I due peccatori carnali [sottopongono la ragione all'istinto] sono travolti dalla bufera infernale e rapinosa in eterno [''che mai non resta''] nello stesso modo in cui erano travolti dalla passione in vita
''noi che tingemmo il mondo di sanguino''
Metafora + simbolismo cromatico - Con la loro morte violenta, causa del loro peccato, tinsero il mondo di rosso
''Amor condusse noi ad una morte''
Apice del climax ascendente costituito da una ripresa analogica del nome comune ''Amor'' presente nel v.100, v.103 e v.106 + personificazione - Il sentimento amoroso si configura principalmente come pena
''che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende''
Parallelismo - tempi verbali contrastanti che simbolizzano la pena causate nei due amanti in seguito al peccato da loro commesso di cui è colpevole l'amore
''che, come vedi, ancor non m'abbandona''
Baudelaire - Il Vampiro