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Primo e secondo triumvirato :explode: - Coggle Diagram
Primo e secondo triumvirato :explode:
Dopo la riforma militare di Caio Mario nel 107 a.C., i soldati romani, pagati dallo stato, finirono per legarsi ancora di più ai propri generali che mostravano il loro affetto anche tramite doni. Questa loro solida fedeltà li portava, però, anche a scontrarsi con lo Stato e il senato.
Un episodio del genere infatti era già successo ai tempi di Silla: lo stato aveva esonerato Silla dal ruolo di comandante e lo aveva affidato a Mario. Quando fu presa questa decisione i soldati di Silla non lo abbandonarono, anzi, marciarono con lui su Roma espugnandola e cacciando il nuovo generale.
Questo evento aveva creato un pericoloso precedente, infatti, il senato cominciò a insospettirsi di qualsiasi capo che avesse ottenuto troppe vittorie e fosse per questo troppo amato dai suoi soldati. Una delle prime vittime di questa preoccupazione fu il generale Gneo Pompeo, il quale aveva conquistato numerosi territori e sconfitto numerosi avversari.
Giunto poi a Brindisi chiese allo Stato alcune terre da distribuire ai suoi veterani. Il senato per paura che accadesse una vicenda simile a quella di Silla rifiutò le richieste. Gneo Pompameo a differenza del feroce dittatore sciolse l'esercito e torno a Roma come cittadino privato
Dopo questa breve anticipazione fu creato il primo triumvirato nel 60 a.C. e fu siglato da Caio Giulio Cesare, Gneo Pompeo Magno e Marco Licinio Crasso. La parola triumvirato, infatti, deriva dal latino "tres"= tre e "vir"=uomini di conseguenza sta ad indicare un gruppo di tre uomini.
Pompeo, deluso dall'attegiamento del senato nei suoi confronti, aveva bisogno di qualcuno che appoggiasse le sue richieste; Crasso, un potente aristocratico romano, che voleva agevolazioni economiche per la sua classe e infine c'era Cesare che dei tre era il meno influente e il quale necessitava solo di appoggio politico.
In quell'epoca romana, ogni nobile controllava un numero di voti: i cittadini più umili in cambio di aiuto economico e di protezione, votavano i nobili dai quali dipendevano per avvantaggiarli nelle elezioni.
In questo frangente, i tre uomini fecero convergere i voti su Cesare che nel 59 a.C. ottenne il consolato. Il suo potere crebbe notevolmente e come prima cosa distribuì terre ai veterani di Pompeo e attuò riforme a favore della classe dei cavalieri. Ottenne poi anche la carica di governatore nella Gallia Cisalpina, pericolosa provincia pronta a saccheggiare l'Italia.
Cesare accettò l'incarico convinto che, approfittando dei conflitti interni della regione, avrebbe sconfinato in Gallia, attraverso conquiste militari indispensabili per acquisire fama e potere a Roma.
Pompeo cominciò a temere il crescente potere di Cesare così, dopo alcuni scontri tra i seguaci dei due triumviri, i tre generali si riunirono a Lucca nel 56 a.C. per rinnovare il loro accordo. A Cesare rimase il ruolo di governatore della Gallia per altri 5 anni mentre il consolato dell'anno successivo sarebbe stato affidato a Pompeo e Crasso.
Crasso, però, desideroso di eguagliare militarmente Pompeo e Cesare, sconsideratamente, attaccò l'impero dei Pirati dal quale venne aspramente sconfitto nel 53 a.C. nella battaglia di Carre. La sconfitta dei Romani causerà lo scioglimento del triumvirato e una nuova guerra civile.
La successione a Cesare causò una forte contesa tra Antonio e un giovane ambizioso cioè Gaio Giulio Cesare Ottaviano( noto come Ottaviano). In un primo moento Ottaviano decise di attaccare il rivale, ma vista anche l'opposizione del senato, dopo esser stato nominato console decise di stringere un'alleanza con lui. In questo accordo rientrò anche un altro generale: Marco Emilio Lepido.
Fu così formato il secondo Triumvirato che aveva il principale compito di creare una nuova costituzione. La politica adattata si mostro determinata e severa: tutti i rivali di Cesare vennero inseriti nelle liste di proscrizione tra i quali troviamo Cicerone, Bruto e Crasso.
I tre triumviri si divisero l'Impero: ad Antonio vennero affidati l'Oriente e la Gallia; a Lepida l'Africa e ad Ottaviano la Spagna.
In seguito a queste disposizioni, ci furono, però, degli scontri tra Ottaviano e i rimanenti seguaci di Antonio in Italia. Così nel 40 a.C. venne stretto un nuovo accordo a Brindisi secondo il quale Antonio rinunciava alla Gallia.
Lepido, invece, che aveva aiutato Ottaviano a sottrarre la Sicilia, la Sardegna e la Corsica a Sesto Pompeo(figlio di Gneo), pretese il controllo della Sicilia.
Ottaviano, in totale disaccordo, fortemente adirato, gli sottrasse l'Africa e lo cacciò dal triumvirato relegandogli solo la carica di Pontefice Massimo.
Ottaviano, in seguito all'esonero di Lepida, prese in mano l'Occidente e Antonio prese a dominare in Oriente. Nel 37 a.C. Antonio sposò Cleopatra, regina d'Egitto, rinnegando e ignorando il suo rapporto d'amore con Ottavia, sorella di Ottaviano. La sua relazione con la regina d'Egitto lo portò a trascurare anche i valori romani e ad approcciarsi alle usanze orientali. Questo generò l'indignazione di Ottaviano convinse il senato a sollevare Antonio dall'incarico e a segnare l'Egitto sulla lista dei nemici.
Lo scontro definitivo avvenne ad Azio nel 31 a.C. Il fidato generale di Ottaviano, Agrippa, comandante delle legioni, ebbe successo sulle truppe egizie costringendo Antonio e Cleopatra a fuggire ad Alessandria. I due si suicidarono dopo alcuni mesi. La battaglia era finita e Ottaviano nel 29 a.C. tornò trionfante a Roma, acclamato dalla folla.
Con questa battaglia termina un importantissimo periodo della storia romana, protagonista di innumerevoli vicende.