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sociolinguistica 3 - Coggle Diagram
sociolinguistica 3
I DIALETTI E IL RAPPORTO CON L’ITALIANO
definizione dialetto è problematica: è impossibile dire se una determinata varietà sia un dialetto o una lingua; le differenze lingua/dialetto si pongono a livello funzionale, sociale e comunicativo. dialetto, sempre subordinato sociolinguisticamente ad una lingua.
occorre osservare che tutti i dialetti rappresentati sono accomunati dal l’italiano come lingua tetto, riconoscere nella lingua italiana la lingua di cultura di riferimento.
Italia nord-orientale, osservare che i dialetti ladino e friulano sono considerate delle lingue romanze a parte. Insieme alle parlate engadinesi e grigionesi della Svizzera Romancia, sottogruppo di lingue neolatine che gli studiosi chiamare retoromanzo, al fine di sottolineare il comune sostrato retico
Ladino e friulano varietà estremamente conservative, hanno mantenuto tratti tipici delle varietà di latino parlate in quei luoghi
parte settentrionale dell’Italia, distinguiamo i dialetti venetici (caratterizzati da un sostrato venetico) dai dialetti galloitalici, che risentono di un sostrato ligure e leponzio, e come i dialetti anticamente parlati in Gallia ha un comune sostrato celtico.
I dialetti settentrionali sono separati dai dialetti toscani e meridionali dalla isoglossa La Spezia-Rimini (-> isoglossa, linea ideale in una carta linguistica che rappresenta graficamente tutti i punti che hanno in comune uno stesso tratto linguistico)
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dialetti italiani lingue diverse, non varietà dell’italiano. Quindi è corretto parlare di “dialetti d’Italia” o “parlati in Italia”, e NON di “dialetti italiani” o “dialetti dell’italiano”.
I dialetti parlati sul nostro territorio sono definiti sul piano geolinguistico italo-romanzi, individuati e raggruppati sulla base di più criteri che assommano fattori extralinguistici con fattori linguistici interni, sia di tipo diacronico che sincronico
ricordare i 4 dialetti sardi (logudorese, gallurese, sassarese e campidanese), che si distinguono come un sistema linguistico a parte all’interno del gruppo delle lingue romanze
Una seconda isoglossa di estrema importanza passa da Roma (Colli Albani) ad Ancona e distingue il dialetto toscano e i dialetti dell’area mediana dai dialetti meridionali.
il dialetto toscano e il dialetto corso sono simili: A sud della isoglossa che va dai Colli Albani ad Ancona troviamo infine i dialetti meridionali che si distinguono in Centro-meridionali e Meridionali estremi. Tutti i dialetti di quest’area sono anche chiamati italo-romanzi.
Italiano e dialetto
Si esaminano ora, attraverso il ricorso a dati numerici, gli usi linguistici e il rapporto tra italiano e dialetti
L’uso del dialetto si è andato via via riducendo nel tempo. decremento della dialettofonia non corrisponde, un incremento dell’italofonia altrettanto marcato
Questo dato si può interpretare come un incremento dei casi di uso alternato, di code-switching e di parlato mistilingue italiano/dialetto: usi di questo tipo attribuiti a pieno titolo a coloro che «parlano sia in dialetto che in italiano» categoria che nello stesso brevissimo periodo di tempo ha avuto un incremento, appunto, del 10% circa.
L’avanzamento dell’italiano anche nei contesti familiari dimostra che il repertorio linguistico di cui dispone la maggior parte della popolazione in Italia è di tipo dilálico, con compresenza e parziale sovrapposizione di due codici, l’italiano e il dialetto, cioè i diversi dialetti parlati sul territorio.”
• L’uso del dialetto si è andato via via riducendo nel tempo
• Tuttavia, al decremento della dialettofonia non corrisponde, negli anni più vicini a noi, un incremento dell’italofonia altrettanto marcato
• Incremento dei casi di uso alternato, di code-switching e di parlato mistilingue italiano/ dialetto
CHI USA IL DIALETTO?? Più propensi gli anziani, gli incolti, gli uomini; meno i giovani, i colti e le donne.
Nelle classi sociali più anziane non c’è così differenza che tra i giovani. La distanza tra uso dialetto tra uomini e donne vale fino a una certa fascia d’età (45-54).
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Dialetto, comunicazione e web
Oggi il dialetto compare spesso in contesti dove non ce lo aspetteremmo. Uso del dialetto che riemerge nella comunità e negli usi sociali:
- Nelle insegne di esercizi commerciali;
- Nelle pubblicità;
- Negli avvisi al pubblico
- Nella musica giovanile
- Nei fumetti e enigmistica
La differenza tra 2011 e 2012 per i dialetti del nord. Se il napoletano resta simile, il piemontese e il lombardo aumentano tanto le pagine. Ci sono anche delle pagine Wikipedia in dialetto.
Il diletto di Roma è quello più intrecciato all’italiano: il romanesco si sente parlare spesso in televisione e al cinema. Simbolo di Roma e simbolo dell’Italia.
L’ITALIANO E LE SUE VARIETÀ
Rispetto alle dimensioni di variazione della lingua ricordiamo la prima grande distinzione tra:
• variazione diacronica: riguarda come cambia una lingua attraverso il tempo;
• variazione sincronica: riguarda come cambia una lingua in un preciso momento che noi isoliamo lungo l’asse del tempo. Le dimensioni di variazione in sincronia sono quattro:
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variazione diastratica: correlata al ceto o strato sociale dei parlanti; si parla di variazione diastratica anche quando la variabile è l’età, il sesso o il gruppo etnico;
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La diatopia sta sempre sullo sfondo, nessuno di noi è capace di nascondere le nostre origini geografiche.
Variazione diacronica e sincronica si intrecciano di continuo anche nel definire la natura stessa di una lingua
L’italiano standard è tale solo da un secolo: da quando lo parla un elevato numero di parlanti come lingua madre e lo si usa in una grande varietà di domini scritti e parlati. Contemporaneamente due fatti: diminuzione d’uso dei dialetti e la differenziazione dell’italiano stesso nello spazio geografico, sociale e comunicativo.
le quattro dimensioni di variazione sincronica appena citate non agiscono isolatamente, ma al contrario interagiscono e si intrecciano in ogni discorso.
ogni produzione linguistica di un qualunque parlante può sempre essere letta alla luce delle quattro variabili: scritta o parlata, formale o informale, prodotto da una persona colta o no, prodotto da una persona del nord o del sud ecc…
notiamo che le dimensioni di variazione presenti nello schema sono la diamesia, la diastratia e la diafasia (duplice), mentre la diatopia è per così dire sullo sfondo. Due sono i concetti fondamentali per comprendere lo schema dell’architettura dell’italiano
Ogni varietà che noi vediamo in questo schema è da mettere in relazione alle diverse dimensioni di variazione.
- continuum: la variazione nella lingua è continua e sfumata, e le varietà seppur individuabili sfumano l’una nell’altra e in parte si sovrappongono;
- il “centro”, ovvero l’area dello standard rispetto alla “periferia”, ovvero l’area del non-standard
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