le donne che lavorano in quel periodo, sono impiegate nel settore dei servizi come: cameriere, commesse, domestiche, o nei comparti dell'abbigliamento e dell'alimentazione; ricevendo un salario inferiore rispetto a quello degli uomini. Nelle aree dei lavori Instabili si registra il più elevato grado di femminilizzazione che tocca in Europa lo 80,90%. Ciò non è un frutto di una scelta, ma per la maggior parte una necessità. Il peso degli impegni domestici ricade quasi per intero sulle donne, ovunque le donne, lavorano più degli uomini. Sono in pochi, nel mondo occidentale, a negare alle donne il diritto a realizzarsi professionalmente, ad ottenere l'indipendenza economica, per loro si rivela molto difficile e faticoso conseguire questi obiettivi. La maggioranza delle donne che completano gli studi, optano per attività situate in posti facilmente raggiungibili è che non implicano un impegno di molte ore al giorno. Le donne corrono il rischio di essere licenziati per prime e nelle zone sottosviluppate sono maggiormente penalizzate, su di esse gravano soprattutto le attività connesse all'agricoltura: se gli uomini si occupano perlopiù del dissodano è arano le terre, alle donne tocca la femmina, l'allevamento degli animali e soprattutto il trasporto la conservazione e la vendita dei prodotti. Ad esse spetta provvedere al sostentamento della famiglia e alla cura dei figli, la loro fatica aumenta quando sono capofamiglia è in tante si ritrovano in questa condizione soprattutto in alcune aree dell'Africa, dove poco più della metà dei nuclei familiari e guidato soltanto dalle madri. L'allontanamento degli uomini dipende dalla ricerca di lavoro all'estero o in piantagioni, miniere le città distanti dei loro luoghi di origine; le guerre che continuano a dissanguare l'Africa, ma anche divorzi e abbandoni.