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L'ETA' GIOLITTIANA (1901-1914) - Coggle Diagram
L'ETA' GIOLITTIANA (1901-1914)
Vittorio Emanuele III chiamò alla guida del governo, nel febbraio 1901, il leader della sinistra liberale Zanardelli, che affidò il ministero degli Interni a Giolitti
chiamato alla guida del governo nel 1903,
Giolitti
cercò di portare avanti il suo esperimento liberal-progressista offrendo un posto nel governo al socialista
Filippo Turati
, il quale però rifiutò
Giolitti avviò una serie di riforme:
statizzazione delle ferrovie (fino ad allora private)
allargamento del
suffragio
elettorale, che in pratica divenne
universale maschile
(1912)
leggi speciali per il Mezzogiorno (stanziamenti statali e agevolazioni fiscali e creditizie per favorire lo sviluppo industriale)
fra il 1896 e il 1907, il tasso medio di crescita annua dell'Italia fu superiore a quello di qualsiasi altro Paese europeo
settori trainanti furono la metallurgia, la meccanica
(automobili) e la chimica
Giolitti beneficiò di questa congiuntura favorevole
l'emigrazione verso l'estero crebbe, nonostante lo sviluppo economico, e rimase un fenomeno prevalentemente meridionale
questione meridionale
: il Sud continuava ad essere afflitto dai soliti mali, ovvero analfabetismo, assenza di una classe dirigente moderna, clientelismo...
nel 1904 l’ala rivoluzionaria del PSI ottenne la maggioranza
fu organizzato il
primo sciopero
generale nazionale
Giolitti non fece intervenire
l’esercito (nemmeno nel 1907 e nel 1908)
il sistema giolittiano continuò a basarsi su:
protezionismo agrario
neutralità del governo in caso di scioperi privi di valenza rivoluzionaria
protezionismo
industriale
nel
settembre del 1911
maturò la decisione di conquistare la Libia
si aprì un dibattito nel Paese tra chi vi vedeva solo un grande «scatolone di sabbia» (Salvemini) e gli intellettuali che guardavano con ammirazione all'impresa
la guerra si concluse dopo circa un anno nell’
ottobre 1912
e la Libia, in realtà solo la fascia costiera, diventò una colonia italiana
gli unici a opporsi decisamente alla conquista della Libia furono i socialisti
per recuperare credibilità ai loro occhi
nel 1912 (30 giugno)
fu approvata la riforma elettorale: il diritto di voto spettava a tutti i maschi dai trent'anni di età o che avessero svolto il servizio militare
le prime elezioni con il nuovo sistema avrebbero potuto provocare una netta affermazione socialista
Giolitti cercò il sostegno dei cattolici e stipulò con
loro un’intesa: il
Patto Gentiloni
(in tutti i collegi in cui era prevedibile una vittoria socialista, ai
cattolici venne concesso di andare alle urne a
votare per un candidato liberale - fine del
non expedit
: un decreto che, dopo la presa di Roma, riteneva doverosa l'astensione dei cattolici dal voto)
Giolitti vinse le elezioni del
1913
ma la sua maggioranza era
troppo eterogenea per assicurargli libertà di
manovra, quindi decise di lasciare il compito di formare il nuovo governo al liberale di destra
Salandra