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L'Italia e il papato tra il XIV e il XV secolo (lez. 3-4) - Coggle…
L'Italia e il papato tra il XIV e il XV secolo
(lez. 3-4)
La repubbliche di Genova e di Venezia e il Ducato di Savoia
Genova e Venezia
Entrambe le Repubbliche Marinare erano molto attive sul mare e facevano del commercio la loro più importante fonte di guadagno anche grazie alle loro colonie in oriente.
A Genova ci fu un periodo di declino a causa delle lotte tra il popolo grasso e il popolo minuto. Fu Simone Bocanegra colui che placò tutto questo istituendo la figura del doge perpetuo come sovrano della città. Questo ruolo permarrà fino al 1528.
A Venezia, invece, l'accesso all'aristocrazia era garantito solo ad una cerchia ristretta di nobili e con la serrata del Maggior Consiglio questo accesso divenne ereditario.
Si formò quindi un'oligarchia che avviò fin da subito una serie di conquiste soprattutto verso il Mar Egeo e cercò contatti con Genova che però tentava a sua volta di riformare colonie in oriente.
Le due città entrarono quindi in guerra per ben due volte:
Il primo, chiamato guerra di Chioggia, terminò in poco tempo con una pace.
Il secondo invece fu molto più lungo e violento e terminò nel 1381 con la pace di Torino. Venezia riuscì a conservare, e a rafforzare, la sua indipendenza, mentre Genova si indebolì ancor di più.
Venezia riuscì anche a riavviare le sue conquiste arrivando ad occupare praticamente metà della Lombardia grazie alla vittoria su Milano. Dopo di che iniziò a dedicarsi ai Turchi che avanzavano dall'Oriente.
Ducato di Savoia
In Piemonte i Savoia avevano sempre esercitato il potere sulle terre circostanti mantenendo delle abitudini totalmente feudali.
Nella prima metà del 1300, poi, Amedeo VI avviò una conquista che coinvolse tutto il Piemonte e anche i suoi successori Amedeo VII e Amedeo VIII. Quest'ultimo introdusse anche la figura del duca e dopo la sua morte tutta la famiglia entrò in crisi per qualche secolo.
Firenze dal Comune alla Signoria dei Medici
Dopo la morte di Federico II i guelfi presero il sopravventi sulla città che però fu ancora il centro di numerose lotte tra popolo grasso e popolo minuto.
Con gli Ordinamenti di giustizia del 1293, il popolo grasso aveva rafforzato il suo potere e aveva limitato l'accesso alle cariche pubbliche solo agli iscritti alle Arti. Pochi decenni dopo però tutto questo portò all'ennesimo scontro tra popolo grasso e popolo minuto.
Una prima miccia di questo scontro fu lo sciopero bandito dai membri dell'Arte della lana nel 1345.
Successivamente ci fu anche la rivolta dei Ciompi, lavoratori mal salariati che riuscirono ad ottenere un successo anche se breve perché il popolo grasso riuscì a bloccare i rivoltosi.
Dopo numerosi decenni senza un vero e proprio sovrano, salì al controllo Cosimo de' Medici detto "il Vecchio" il quale non solo istituì ufficialmente una Signoria anche a Firenze, ma si preoccupò anche di mantenere l'equilibrio tra le maggiori potenze italiane. Ciò garantì all'Europa un periodo di pace di circa quarant'anni.
Uno dei sovrani più ricordati della storia dei de' Medici è sicuramente il nipote di Cosimo, cioè Lorenzo detto "il Magnifico". Egli si dimostro abile soprattutto in due campi:
La politica, che lo ricorda come un sovrano forte tanto da essere definito come "ago della bilancia politica d'Italia" per le sue grandi doti di mediatore tra tutte le terre della penisola.
La letteratura, dato che si leggono ancora oggi molti suoi componimenti che hanno aiutato nel processo di diffusione della lingua italiana.