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Cappella Pazzi in Santa Croce - Coggle Diagram
Cappella Pazzi in Santa Croce
Nel 1423 un incendio distrusse la zona del dormitorio e parte della biblioteca del convento di Santa croce, a Firenze
Molte famiglie illustre si adoperarono per ricostruire gli ambienti
da cui : i Medici, Gli spinelli e i Pazzi
alla fine Andrea De pazzi, si adoperò per la ricostruzione della sala capitolare, dove, al posto di questa, fece costruire la cappella che avrebbe accolto le sepolture della famiglia
dedicata a Sant'andrea, patrono e omonimo di Andrea de Pazzi
Andrea de pazzi chiamò brunelleschi nel 1429, subito dopo che quest'ultimo terminò la sagrestia vecchia di S, Lorenzo
architettura
l'interno è simile a quello della sagrestia vecchia
si tratta di un edificio a pianta centrale impostato su un'aula cubica con cupola e scarsella
Una panca in pietra serena corre sul perimetro e venne costruita per permettere l'uso della cappella anche come sala capitolare dei monaci. Dalla panca si dipartono le paraste corinzie, sempre in pietra serena, che scandiscono l'ambiente e si collegano alle membrature superiori della trabeazione
Nella sala capitolare di un monastero si legge ogni giorno un "capitolo" della regola e si svolge la maggior parte delle assemblee dei monaci legate al funzionamento del monastero e della sua comunità
La cupola è alleggerita dai sottili costoloni a rilievo e la luce inonda la cappella dalla lanterna e dalle finestrelle disposte sul tamburo. Il grigio omogeneo e profondo della pietra si staglia sul fondo a intonaco bianco, nello stile più tipico del grande architetto fiorentino.
Un piccolo ambiente, accessibile da una porta nella parete destra della scarsella, era il luogo per la sepoltura dei membri della famiglia Pazzi e il culto privato. Sul lato opposto si trovava invece una porta che permetteva l'accesso alla basilica di Santa Croce, poi chiusa e smantellata.
differenze con la sagrestia vecchia
nella decorazione
ai tondi di donatello, Brunelleschi questa volta aveva optato per il corredo scultoreo in terracotta invetriata di Luca della Robbia
decorazioni che nè Andrea de Pazzi, nè Filippo Brunelleschi riuscirono a vedere in quanto morirono prima, tra il 1445-46
le pareti accolgono dodici grandi medaglioni in terracotta invetriata con gli Apostoli, tra le migliori creazioni di Luca della Robbia;
Nei pennacchi della cupola, altri 4 tondi policromi sempre in terracotta, rappresentano gli Evangelisti sono attribuiti a Luca della Robbia
esterno
l'esterno rimanda ad un arco di trionfo
6 colonne corinzie che sostengono una trabeazione interrotta al centro da un arco
la parte superiore fu coperta da una tettoia in fasciavista
portico è coperto da una volta a botte cassettonata
in corrispondenza dell'arcata vi è una piccola cupoletta ricoperta da rosoni in terracotta invetriata dove vi è lo stemma Pazzi
Sullo sfondo della facciata si eleva la cupola a ombrello che ricorda molto la Sagrestia Vecchia della basilica di San Lorenzo, impostata all'esterno entro un basso cilindro con copertura a cono (tamburo) e sormontata da una leggerissima lanterna. È divisa in dodici spicchi su ciascuno dei quali si apre un oculo e può evocare simbolicamente il numero degli apostoli e la grazia (la luce) che filtra da essi dall'entità divina (il sole, all'esterno).