SETTORE SECONDARIO:
Fin dalla prima rivoluzione industriale, la Svizzera è caratterizzata da un settore secondario molto forte. Ancora nel 1960, esso occupava circa il 47% della forza lavoro, mentre la media dei Paesi europei occidentali era di circa dieci punti in meno. Una parte considerevole di questa forza lavoro, tuttavia, era straniera. Ad ogni modo, dopo il 1970 l'industria perde la sua posizione dominante a favore dei servizi, in contemporanea con l'avvio di un processo di delocalizzazione in Asia e nell'Europa orientale, in parte a causa dei costi troppo elevati. Oggi, infatti, l'industria occupa circa il 23% della forza lavoratrice. Nella seconda metà dell'Ottocento, i settori maggiormente sviluppati erano la chimica, la metallurgia e la meccanica (macchine, impianti elettrici ed elettronica, meccanica di precisione, ottica, orologi e macchine per l'industria), tutti settori che rivolgevano gran parte della produzione all'estero, date le limitate dimensioni del mercato interno. All'inizio del XXI secolo, le PMI cercano di specializzarsi in prodotti di nicchia e ad alta tecnologia, dove la concorrenza è più debole. Oggi l'industria chimica e farmaceutica svizzera è leader nel mondo. Sono presenti sia grandi gruppi, come Novartis e Hoffmann-La Roche sia numerose imprese medio-piccole, la maggior parte delle quali situate nei cantoni di Basilea città, Basilea campagna, Argovia e Vallese. Per quanto riguarda la meccanica, essa comprende essenzialmente la fabbricazione di macchine per ufficio, di attrezzature per il trattamento dei dati e computer, di apparecchi elettrici per la produzione e distribuzione di energia elettrica, di impianti per radio, televisione e, in generale, telecomunicazioni, di strumentazione medica, di precisione e ottica. Particolarmente famoso nel mondo è il settore dell'orologeria, presente con marchi prestigiosi come Breitling, Chopard, Rolex, Swatch e Vacheron Constantin. Rispetto alla moneta unica del mercato europeo, la Svizzera conserva il vantaggio di avere una propria valuta nazionale, una propria Banca Centrale ed una propria politica monetaria, elementi che gli permettono di utilizzare la svalutazione del franco sull'euro sul dollaro per favorire le esportazioni manifatturiere. Tale opportunità è vincolata al fatto che la finanza internazionale ha tradizionalmente considerato il franco svizzero come una moneta liquida e di valore stabile nel lungo termine, quindi ideale come bene rifugio