Smontare il cinema: le sgrammaticature moderniste
La libertà che caratterizza tutti i film della Nouvelle Vague e quelli del cinema moderno, coincide con un rifiuto delle regole del découpage e del modello del racconto classico, sostituiti da una narrazione “a mano libera”, e da un nuovo approccio al linguaggio cinematografico, in cui all’analogia con la musica, si sostituisce quella con la scrittura. Importante, l’affermazione nuovo “modo di scrivere”,
Al superamento di un simile modello, percorso critico rivolto a smascherare la natura ideologica delle forme filmiche e della trasparenza, col loro ordinato sistema di regole in cui essi riconoscono il riflesso di una precisa visione del mondo. essi respingono: la visione, “occidentale capitalistica”, di un mondo del quale l’uomo posizione centrale, un mondo lrappresentabile come una successione lineare di cause e di effetti
L’aggressione che questo cinema esercita nei confronti della geometria perfetta del découpage si rivela una specie di smontaggio delle sue regole, a partire da quella più importante: la giustificazione narrativa
Tutte le principali strategie di questa radicale discontinuità si basano su una specie di urto tra il mondo del film e l’azione del cinema, il ricorso allo stacco brusco, che interviene a concludere un’azione per introdurre rapidamente la successiva. Sono chiamati hard cut e sono particolarmente evidenti nel passaggio tra le scene, là dove la regola imporrebbe un andamento percettivo insieme morbido e marcato
taglio sottrattivo tutti i registi della Nouvelle Vague, simbolo del cinema moderno. stacco abbatte il tempo del film introducendo una contrazione evidente, dando l’impressione di sottrarre alcune parti dell’azione, per rivelare al tempo stesso l’essenzialità di quelle selezionate
Questa logica della contrazione temporale, , è anche alla base di un’ultima strategia caratteristica del montaggio moderno, il jump cut, detto anche “taglio interno” o “taglio scena”. Si tratta di una specie di scorciatoia, usata soprattutto nell’ambito dei reportage televisivi, che vi fa ricorso per condensare interviste
Proprio a Godard, si deve l’affermazione “reinventare il cinema, fare come se fosse la prima volta”.