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sociolinguistica 8 - Coggle Diagram
sociolinguistica 8
MORFOLOGIA
In generale nel parlato si ha una riorganizzazione dei sottosistemi della lingua che si presentano meno ricchi ed articolati che nello scritto.
Altre differenze tra varietà parlata e scritta: nel parlato i pronomi personali soggetto sono usati con più frequenza rispetto allo scritto, allo scopo di dare più enfasi al discorso
l’uso abbondante di pronomi a scopo enfatico genera spesso ridondanza pronominale. A differenza dello scritto, il parlato usa molti verbi pronominali.
Molto frequenti nel parlato e bandite dallo scritto sono anche le concordanze a senso tra soggetto e verbo.
Anche il sistema pronominale si presenta ristrutturato e ridotto nel parlato rispetto allo scritto. Ad esempio, nel parlato i pronomi soggetto di terza persona sono lui, lei e loro, mentre nello scritto, soprattutto nei registri alti, questa funzione è svolta da egli-esso ecc.
Altro esempio di riduzione del sistema pronominale nel parlato si ha con il clitico gli con valore di dativo: nel parlato questo clitico è utilizzato per il maschile singolare, per il femminile singolare e per il plurale
nello scritto, invece, gli si usa solo per il maschile singolare, per il femminile si usa le e per il plurale si usa loro
→ Nel parlato si ha una sola forma, nello scritto se ne usano tre distinte.
Il futuro e l’imperfetto indicativo acquistano valori modali, cioè tendono a funzionare come modi. Il futuro si usa in genere per esprimere una modalità dubitativa
l’imperfetto per esprimere un atteggiamento di cortesia o nel gioco dei bambini (imperfetto ludico: dai giochiamo: facciamo che tu eri il ladro e io il poliziotto!) ecc.
La conseguenza di questo processo di riduzione è che i tempi e modi restanti nel sistema hanno un carico funzionale maggiore.
Ad esempio, il sistema verbale del parlato si presenta ridotto con la sottoutilizzazione di alcuni tempi, modi e voci (diatesi passiva).
Ad esempio il presente indicativo veicola anche il passato e il futuro (domani parto; stasera vado al cinema);
il passato prossimo si usa in luogo del passato remoto. (nb: si ricordi però che il rapporto e la frequenza d’uso di p.prossimo e p.remoto sono molto soggetti a variazione diatopica) e del futuro anteriore
Età e atteggiamenti linguistici. Le diverse generazioni non solo usano varietà di lingua diverse, ma hanno anche specifiche idee e atteggiamenti verso le ‘altre’ varietà di lingua che riflettono relazioni di potere sociale e hanno la funzione di perpetuare la modulazione della lingua in base all’età:
infanzia, adolescenza e età avanzata sono spesso rappresentate come fasi problematiche della vita separate dalla normale vita sociale.
più in generale coloro che controllano le risorse materiali della società determinano che cosa è o non è deviante, dettano le regole. Il naturale processo di invecchiamento assume quindi una forma sociale che ha riflessi sul comportamento linguistico a partire dalla nascita.
Es. Nelle società occidentali lo scontro tra la lingua dei giovani e la ‘norma’ degli adulti trova espressione nell’idea comunemente diffusa che la lingua si stia sempre più ‘corrompendo’ e, ovviamente, la colpa, dal punto di vista degli adulti, è sempre dei giovani…
Ciò che è rilevante a livello sociolinguistico è che i giovani hanno le loro ragioni per scegliere le parole nel modo in cui lo fanno: la lingua minaccia le modalità espressive che le vecchie generazioni vogliono invece mantenere.
L’acquisizione linguistica non il copiare il sistema linguistico degli adulti, piuttosto ricostruire un sistema che si sovrappone con quello della generazione precedente, ma che non lo duplica mai completamente.
L’adolescenza breve periodo di vita, quindi anche la lingua che la caratterizza è transitoria
Questa necessità è ciò che limita la gamma delle forme devianti. Gli stereotipi sul modo in cui parlano le persone di varie generazioni contribuiscono ad un’autoregolazione della lingua che si muove lungo l’asse temporale, assegnando ai giovani il ruolo di creare degli aggiustamenti e ai vecchi quello di prevenire un cambiamento troppo rapido che risulterebbe disfunzionale.
TESTUALITÀ
La possibilità di pianificare il discorso è massima nello scritto e minima nel parlato. Il testo scritto è il risultato finale di un discorso che è stato completamente pianificato e tutte le correzioni non risultano visibili sulla pagina scritta in quanto è possibile cancellarle prima.
Nel parlato, la pianificazione del discorso non può essere fatta in anticipo ma avviene nel momento stesso in cui l’interazione procede.
In conseguenza di ciò il parlato è più frammentario, segmentato e irregolare dello scritto.
La frammentarietà del parlato è data, nel concreto, da numerose pause, false partenze e interruzioni
autocorrezioni che hanno spesso la funzione di precisare progressivamente il contenuto del messaggio, segnali discorsivi che assolvono a varie funzioni
Altra differenza tra scritto e parlato è che quest’ultimo è linguisticamente ellittico e più implicito dello scritto. Il carattere meno esplicito del parlato deriva dal fatto che la compresenza di parlante ed interlocutore nello stesso contesto permette di non dire ciò che può essere facilmente recuperato dalla situazione o dalle conoscenze condivise.
SINTASSI
A livello di sintassi il parlato preferisce la paratassi (coordinazione e giustapposizione), lo scritto l’ipotassi (subordinazione)
La preferenza del parlato per enunciati coordinati e per enunciati giustapposti senza alcun legame sintattico deriva in gran parte dalla ridotta possibilità del parlato di pianificare il discorso in anticipo.
Tratti tipici della sintassi del parlato
La subordinazione non è eliminata dal parlato, ma compare con costrutti molto lineari
si serve nelle proposizioni esplicite di una gamma di congiunzioni più ristretta che nello scritto: ad esempio mentre la scrittura per rendere le subordinate causali si serve di congiunzioni come affinché, giacché, ecc.,
il parlato usa solo alcune di queste forme e cioè siccome, dato che, visto che.
Allo stesso modo, mentre per le finali lo scritto usa affinché e perché, il parlato tende ad usare solo perché.
A ulteriore dimostrazione del fatto che il parlato usa per le subordinate esplicite una gamma di congiunzioni più ristretta, si consideri che nel parlato è molto frequente l’uso di subordinate introdotte da un che non sempre definibile con precisione il cosiddetto ‘che polivalente’.
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Nel parlato è molto frequente l’uso di frasi segmentate di vario tipo: dislocazioni a sinistra, dislocazioni a destra
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la variazione diamesica si intende la variazione linguistica legata al canale/mezzo fisico utilizzato per la comunicazione. Il mezzo usato per comunicare
origina varietà diverse di lingua . questo tipo di variazione si articola lungo tre assi principali tra loro interrelati:
- il canale
- la tipologia di interazione
- la varietà di lingua
Il canale e la varietà di lingua
Fino anni Ottanta secolo scorso ci si era concentrati solo su due varietà: lingua parlata e lingua scritta.
La prima in gioco quando il canale per comunicare è rappresentato dall’aria; lingua scritta, quando il mezzo per comunicare è rappresentato dalla pagina scritta
dagli anni Ottanta è andato complessificandosi: con la massiccia diffusione e l’impatto di mezzi di comunicazione a distanza, studiosi proposto aggiungere una terza varietà di lingua: il parlato trasmesso
ultimi anni situazione si è complicata ulteriormente: con la diffusione dei moderni mezzi di comunicazione i confini tra scritto e parlato sono andati sfumando e si stanno diffondendo sempre più varietà che potremmo definire ibride.
confronto tra scritto e parlato. la distinzione essere raffinata: parlato e scritto rappresentano i due estremi di una scala all’interno della quale è possibile individuare gradini intermedi.
Il parlato-parlato rappresenta l’oralità nella sua forma più pura, più comune e frequente, si trova nelle interazioni faccia a faccia. Per parlato-sorvegliato parlato monologico di una lezione, di un comizio, di una predica;
è un parlato i cui contenuti sono stati più o meno attentamente prepianificati. Il parlato-scritto indica il parlato di una conferenza o di una lezione accademica che si appoggia generalmente ad un testo scritto;
Il parlato-recitato tipico rappresentazioni teatrali e cinematografiche e dei notiziari radio-televisivi. In tal caso l’appoggio al testo scritto è totale (N.B.: non tutti sono d’accordo nel considerare il parlato-recitato una vera forma di parlato).
tutte variabili in ogni momento a condizionare le scelte linguistiche del parlante/scrivente. perché i parametri di variazione di una lingua non sono separabili ma, si intrecciano e interagiscono continuamente tra loro.
Lo scritto-scritto, infine rappresenta la scrittura nella sua forma più genuina, senza alcun legame col parlato.
Ciascuna delle varietà appena descritte al suo interno è attraversata da altri fattori di variazione: la classe sociale e il livello di istruzione del parlante, ad esempio, la sua origine regionale, la sua età, la situazione comunicativa ecc.,
confronto tra lingua parlata e lingua scritta che metta in rilievo i tratti tipici e le differenze più significative delle due varietà
Per isolare i tratti tipici del parlato consideriamo la forma più genuina e comune di parlato, e cioè il parlato della conversazione faccia a faccia.
Quest’ultima è un’interazione che prevede la compresenza fisica degli interlocutori, la possibilità di verificare il passaggio dell’informazione sulla base delle reazioni dell’interlocutore, la possibilità di veicolare almeno una parte del messaggio attraverso mezzi paralinguistici e prossemici
Per isolare i tratti tipici dello scritto consideriamo la forma più pura di scritto, che non ha alcun legame con il parlato.
- ci sono alcuni tratti tipici del parlato che è impossibile trasferire nello scritto: velocità d’eloquio, intensità e volume della voce, ecc.
- le differenze tra scritto e parlato emergono fortemente a livello di a) testualità, b) sintassi, c) morfologia, d) lessico
- ci sono alcuni tratti dello scritto che non si possono trasferire nel parlato: fatti grafici e di organizzazione del testo come uso di maiuscole e minuscole, sottolineature e varietà di carattere, suddivisione del testo in paragrafi ecc.
Un esempio tra tutti: SMS, utilizzano la lingua scritta, ma si tratta di uno scritto che imita fortemente la grammatica e lo stile del parlato.