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Le teorie - Coggle Diagram
Le teorie
LA CMC
Sherry Turkle: studio sulla costruzione dell'identità online. Annoverata tra gli Internet enthusiast, promuove la CMC come opportunità positiva per la socialità, a patto che non sostituisca la vita reale;
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Luca Giuliano: studio tra continuità tra mondo offline e online, contatti diretti/online;
Henry Jenkins: il fenomeno dei fan (fanzine e spin-off) e la cultura convergente (incontro tra industria dei media e pubblico dei fans)
SIP: la CMC non solo non corrisponde allo stereotipo della comunicazione fredda e impersonale ma possiede caratteristiche che la spingono a sovraccaricarsi di contenuti sociali, tanto da poter essere descritta con l'aggettivo "iperpersonale". Il punto fondamentale è il fattore tempo, che può veicolare la stessa socialità della comunicazione faccia a faccia: la CMC non è meno efficace, è solo meno efficiente;
Barry Wellman: i rapporti nati nell''ambiente digitale non sono in contrapposizione con quelli tradizionali poiché sono aggiuntivi e sono equivalenti a una serie di "nodi" uniti da relazioni di diverso tipo;
SIDE (1992, Martin Lea e Russell Spears): il punto fondamentale di questo modello è l'accento che viene posto sulle condizioni e sul contesto sociale in cui avviene l'interazione;
Geert Lovink: popone modelli alternativi e forme di aggregazione differenti chiamati "organised network". Il "net criticism" da lui sviluppato non è puramente distruttivo.
RSC: la velocità del medium e l'assenza di regole che regolano l'interazione rendono lo stile comunicativo più libero e impersonale e la condizione di anonimato tende a far perdere i freni inibitori e a far sentire gli utenti più liberi di esprimersi (flaming);
I NUOVI MEDIA
Marshall McLuhan (Gli strumenti del comunicare): "ogni mezzo di comunicazione ha la tendenza a riassumere in sé anche le funzioni svolte dai media precedenti";
J. Van Dijk (Sociologia dei new media, 2002): la massa diviene meno passiva, meno anonima e più interconnessa;
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I puristi del web: sostengono che la vocazione libertaria delle origini, di sfidare il sistema e rendere la rete il posto in cui la libertà avrebbe trionfato, sarebbe stato tradito. Secondo Berners-Lee bisognerebbe riformare il web, togliendo il potere ai 5 giganti, fermando la cessione di dati e migliorando le informative sulla privacy.
I NETWORK
Georg Simmel: fu il primo studioso a proporre una coerente prospettiva di network e a metterla in relazione con le radicali trasformazioni introdotte dalla rivoluzione industriale. Egli sosteneva che la vita nelle metropoli era una fluida forma di network e ha posto particolare attenzione alle persone marginali che connettono gruppi differenti. Ha inoltre riflettuto sulle modalità di funzionamento , mostrando come le interazioni tra tre persone siano radicalmente differenti da quelle tra due soggetti.
Baudelaire: ha analizzato come nelle grandi metropoli si passi dalla comunità all'individualità: non c'è più un numero limitato di persone con cui relazionarsi, al contrario c'è molta più varietà.
Stanley Milgram: Teoria dei sei gradi di separazione (Teoria del mondo piccolo); ognuno di noi può essere collegato ad una qualunque altra persona attraverso una catena di conoscenze e relazioni che comprende non più di sei intermediari.
Michael Maffesoli: ha studiato i problemi legati alle comunità, dicendo che lo sviluppo tecnologico e i nuovi media facilitano la formazione di forme pre-razionali e arcaiche di pensiero (ritorno alle tribù)