"Ècci un’altra specie di lavori che si chiamano tedeschi, i quali sono di ornamenti e di proporzione molto differenti dagli antichi e da’ moderni; né oggi s’usano per gli eccellenti, ma son fuggiti da loro come mostruosi e barbari, dimenticando ogni lor cosa di ordine – che più tosto confusione o disordine si può chiamare –, avendo fatto nelle lor fabriche, che son tante ch’ànno ammorbato il mondo, le porte ornate di colonne sottili et attorte a uso di vite, le quali non possono aver forza a reggere il peso di che leggerezza si sia. E così per tutte le facce et altri loro ornamenti facevano una maledizzione di tabernacolini l’un sopra l’altro, con tante piramidi e punte e foglie, che, non ch’elle possano stare, pare impossibile ch’elle si possino reggere, et hanno più il modo da parer fatte di carta che di pietre o di marmi. Et in queste opere facevano tanti risalti, rotture, mensoline e viticci che sproporzionavano quelle opere che facevano, e spesso con mettere cosa sopra cosa andavano in tanta altezza che la fine d’una porta toccava loro il tetto. Questa maniera fu trouata da i Gotthi, che per hauer ruinate le fabriche anciche, & morti gli architetti per le guerre. Fecero dopo loloro che rimasero le fabriche di questa maniera; le quali girarono le volte con quarti acuti, & riempirono tutta Italia di questa maledizione di fabriche: che pe rno hauer ne a far più s’è di messo ogni modo loro Iddio scampi ogni paese da venir tal pensiero, & ordine di lauori, che per essere eglino talmente difformi alla bellezza delle fabriche nostre, meritano che non ne se ne favelli più, che questo. Et però passiamo a dire delle volte."
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