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PARLA EINSTEIN: IL CONCETTO DI CAMPO - Coggle Diagram
PARLA EINSTEIN: IL CONCETTO DI CAMPO
FISICA CLASSICA
nella meccanica newtoniana lo
SPAZIO e il TEMPO
hanno una duplice funzione
servono da veicolo o cornice dell'accadere fisico, in riferimento al quale veicolo gli eventi vengono descritti mediante le coordinate spaziali e il tempo
essere un "
sistema inerziale
"
fra tutti i sdr concepibili, i sistemi inerziali erano considerati privilegiati in quanto rispetto ad essi la legge di inerzia proclamava la propria validità
vi è l
'idea dell'esistenza autonoma di essi
se la materia dovesse scomparire, rimarrebbero ancora spazio e tempo soli
sono una specie di palcoscenico per gli eventi fisici
il concetto di
CAMPO
compariva come concetto ausiliario, nei casi in cui la materia veniva trattata come un continuo
lo sviluppo storico di queste concetto prevede che dove non sia presente alcuna materia non possa neppure esistere un campo
PRIMO QUARTO DEL DICIANNOVESIMO SECOLO
si sente la necessità di
introdurre un campo che potesse esistere anche nello "spazio vuoto"
in assenza di materia ponderabile
grazie ai fenomeni di interferenza e moto della luce
si crea una situazione paradossale
si aveva la convinzione che ogni campo dovesse venire considerato come stato suscettibile di interpretazione meccanica
questo presupponeva la presenza di materia
ci si trova costretti ad ammettere ovunque l'esistenza di una specie di materia: l'
ETERE
l'emancipazione del concetto di campo dall'ipotesi della sua associazione ad un veicolo materiale costituisce
una delle svolte psicologicamente più interessanti nello sviluppo del pensiero fisico
divenne sempre più evidente che la descrizione dei processi elettromagnetici in termini di campo era di gran lunga superiore ad una trattazione sulla base dei concetti meccanici di punti materiali
il concetto di campo ottenne gradualmente una maggiore autonomia in opposizione al quadro meccanicistico della fisica classica
alla fine del secolo sopravvisse la convinzione che i campi elettromagnetici dovessero essere stati dell'etere, dopo sforzi inutili di interpretarli come stati dell'etere
INIZIO XX SECOLO
la teoria dell'etere portava con sé la domanda
in che modo si comporta l'etere in relazione meccanica con i corpi ponderabili? Partecipa al moto dei corpi o le sue parti rimangono in quiete l'una rispetto all'altra?
si fecero molti ingegnosi esperimenti allo scopo di dirimere la questione
i risultati di tutti questi furono spiegati da
H.A. Lorentz
in base all'ipotesi che l'etere non partecipi del moto dei corpi ponderabili, e che le parti dell'etere non posseggano alcun moto relativo le une rispetto alle altre
tranne l'esperimento di Michelson e Morley
Lorentz mostrò che il risultato ottenuto per lo meno non contraddice la teoria dell'etere in quiete
l'etere appariva come la
personificazione di uno spazio assoluto
L'indagine di Lorentz spiegò
tutti i processi elettromagnetici e ottici
lo stato della teoria non era ancora pienamente soddisfacente
la meccanica classica insegna l'invarianza delle leggi naturali rispetto al trapasso da un sistema inerziale ad un altro
il fondamento della teoria elettromagnetica proclamava il carattere privilegiato di un particolare sistema inerziale, e precisamente quello dell'etere luminifero in quiete
la
teoria della relatività speciale
"risolve" il problema
1 more item...
in base all'ipotesi che l'influenza della materia ponderabile sul campo elettrico fosse dovuta unicamente al fatto che le particelle costitutive della materia trasportano
cariche elettriche
II METÀ XIX SECOLO