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Cartesio pt.1 - Coggle Diagram
Cartesio pt.1
Vita e opere
Il diverso sapere delle diverse nazioni con i diversi costumi finirono di confondere Cartesio. Che iniziò a guardarsi dentro per scoprire un metodo efficace per la conoscenza.
Dopo i suoi viaggi decise di stanziarsi in Olanda e pubblicare l'opere "Il mondo o Trattato della luce". La condanna di Galilei però lo portò ad essere più prudente. Il "Discorso" è un'opera che rappresenta il pensiero di Cartesio tra il 1626-27
Cartesio enumera 21 regole per la conoscenza, ma inizialmente il testo doveva contenere 60 regole. Molti dei temi del "Discorso" vengono ripresi nelle "Meditazioni Metafisiche" in latino e che fece circolare tra i letterati traducendolo in francese.
Ben subito fu colto dal dubbio sulla validità delle conoscenze apprese e sul fallimento di trovare un fondamentale oggettivamente unitario per tutte le scienze. Mise da parte gli studi libreschi nel 1618 e si arruolò nell'esercito di Nassau per girare tutta l'Europa e allargare i propri orizzonti.
Il pensiero di Cartesio trova esposizione nel trattato "I principi della filosofia" scritti in latino e poi tradotti in francese dove si spiegano i presupposti della filosofia cartesiana. Egli muore l'11 febbraio 1650.
Nato nel 1596 frequentò un collegio di gesuiti e viene improntato a studi umanistici. In seguito studiò diritto all'università di Poitiers.
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La ragione
Il razionalismo trova in Cartesio il principale termine di riferimento. Da una parte la ragione è un punto di partenza, d'altra parte parte in una revisione a tutto quello fatto dai precedenti razionalisti.
Nel "Discorso sul metodo" Cartesio definisce la ragione come <<il potere di distinguere il vero dal falso>>. Essa è sinonimo di intelletto, di buonsenso ma non è una facoltà specifica, ma un caratteristica che ogni uomo possiede per avere conoscenze certe.
Il razionalismo cartesiano è di carattere induttivo e si pone all'opposto del razionalismo di carattere aristotelico che credeva che la conoscenza fosse legata a procedure logiche di carattere formale (i sillogismi).
La concezione della ragione di Cartesio lo porta ad esporsi in modo differente nelle sue opere. "La ricerca della verità" è articolata in un dialogo tra 3 personaggi:
Poliandro con la conoscenza diretta del mondo, ma sprovvisto di una conoscenza libresca.
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La ragione umana è uguale per tutti, ma si distanzia dal "logos" degli stoici antichi che facevano coincidere l'ordine logico-ontologico con Dio, mentre Cartesio considera Dio solo come garante del sapere umano
Il "Discorso" e le "Meditazioni" sono scritte in forma dialogica tra se stesso e la propria coscienza, ma a differenza dei dialoghi platonici tiene aperto l'argomento senza giungere a conclusioni spesso affrettate.
Dall'unità della ragione nasce l'unità del sapere che riflette tutte le scienze in una grande unità, dove la filosofia è l'albero, le radici la metafisica, il tronco la fisica e i rami le altre scienze (medicina, meccanica e morale).
Il problema di Cartesio diventa l'individuazione di un metodo corretto per individuare il giusto sapere.
Il metodo.
Il metodo cartesiano è definito nel <<Regulae ad directionem ingenii>> dove per metodo si intendono regole le quali, nessuno darà per vero cose che sono false, ma aumentando il sapere perverrà alla vera cognizione delle cose di cui sarà capace. Nel "Discorso" le regole si sono ridotte a quattro.
La seconda regola prescrive il procedimento dell'<<analisi>> cioè condizioni essenziali per carpire l'evidenza. I problemi in campo di ricerca si risolvono dividendoli in problemi più piccoli.
Nella terza regola c'è la presenza della <<sintesi>> consente di risalire da oggetti semplici a quelli complessi ritrovando o imponendo una gerarchia.
La prima è quella dell'evidenza che prescrive di non ammettere come vero ciò che è evidentemente falso. Questa è una conoscenza presente in chi manifesta uno spirito attento si capiscono le vere cose quando i fenomeni agiscono fortemente e i nostri occhi sono disposti a vederli.
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La chiarezza e la distinzione definiscono la vera conoscenza da quella falsa. Cartesio nelle "Regulae" individua due fonti di conoscenza certa:
L'intuito ha per oggetto le conoscenze evidenti alla ragione. Riguarda le cose semplici che possono essere comprese di per se senza essere ricondotte ad evidenze più immediate. (l'estensione, il movimento)
La Deduzione concerne la coniugazione di <<cose semplici>> in <<cose complesse>>. La deduzione definisce l'intuito con un ragionamento di passi intermedi anziché carpire immediatamente la realtà. Da ciò si possono rendere evidente altre cose la cui evidenza e correttezza è dovuta dalle <<congiunzioni>> intermedie. Ciascun passaggio intermedio è dovuta a una chiara evidenza.
La combinazione di intuito e deduzione in conseguenza con l'analisi e la sintesi ci permette di carpire le <<cose semplici>> e combinarle in più complesse. La concezione cartesiana a differenza della concezione scolastica non adotta solo la matematica pura, ma anche quella applicata.
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