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Aronne Ettore Schmitz- Italo Svevo - Coggle Diagram
Aronne Ettore Schmitz- Italo Svevo
la vita
nacque nel 1861 a Trieste
viene mandato da suo padre in un collegio in Germania
nel 1880 a causa del fallimento dell'impresa paterna è obbligato a lavorare in banca lasciando a parte lo studio letterario
nel 1899 entra nella ditta del suocero dopo che divenne ricco brevettanto una speciale vernice sottomarina
impara l'inglese e conosce James Joyce che risiedeva a Trieste
era ebreo non praticante
si battezza quando sposa una cristiana di nome Livia Veneziani
1896
dopo la Grande Guerra pubblica "la coscienza di Zeno"
lanciata nel 1926 con traduzioni in francese inglese e tedesco
le costanti letterarie
Svevo si rivela maestro nell’introspezione psicologia del personaggio
il personaggio sveviano più che agire riflette
diventa uno strumento deviante ovvero un argine al rimorso o una valvola di sfogo per desideri inconfessati
Svevo non conosceva bene l'italiano ma il dialetto e il tedesco si e le sue opere scritte con una "lingua artificiale" venivano criticate per questo
le opere
Svevo nell'ambito della selezione naturale concentra l'attenzione sul "perdente" e non sul vincente
il protagonista delle novelle di Svevo rappresenta l'antieroe
innetto
rappresenta un individuo negato per la lotta, goffo e ridicolo, incapace di dominare la vita, perennemente frustrato e scontento
L’amore irrompe in queste vite grigie e apatiche sconvolgendole, l'esperienza dell'amore significa vivere all’improvviso una giovinezza mai conosciuta
Svevo è soprattutto un grande indagatore degli strati
profondi dell’uomo
la sfera della coscienza nell'inetto si rivela una strategia di autoinganno
Italo Svevo è un classico
Perché ha saputo imprimere al romanzo una svolta
decisiva svincolandosi dalla tradizione ottocentesca
per tratteggiare la figura dell’inetto, emblematica
dell’uomo del Novecento.
. Perché è stato un grande maestro dell’introspezione dando origine al “romanzo dell’esistenza”, in cui
contano non i fatti in sé ma i vissuti, le risonanze che
la realtà esterna produce nel soggetto
Perché ha intuito, anticipando le teorie freudiane,
l’esistenza dell’inconscio e del suo ambiguo e condensato linguaggio