Please enable JavaScript.
Coggle requires JavaScript to display documents.
I versi italiani - Coggle Diagram
I versi italiani
Endecasillabo
E' il verso più importante della letteratura italiana presente in tutte le epoche e di riferimento anche nel Novecento dove la versificazione diventa libera.
E' un endecasillabo un verso che ha l'ultimo accento tonico in posizione 10, è definito canonico quello che ha almeno la 4 o la 6 sede accentata. Possono essere anche entrambe accentate ma non entrambe atone.
Se la posizione 4 è accentata si ha il ritmo di un quinario, cioè un verso minore in corrispondenza alla parte restante, quindi è detto a "minore".
-
-
Se la posizione 6 è accentata si ha il ritmo di un settenario, cioè un verso più lungo della parte residua, quindi detto a "maiore". In questo verso c'è obbligatoriamente un accento prima della posizione 6 frequente le posizioni 2-3
Se sono accentati entrambi, va bene lo stesso perchè l'endecasillabo ha proprio la caratteristica di poter spostare i propri accenti: 4-8-10, 4-7-10. La prima (4-8-10) disposizione è la più comune, mentre la seconda (4-7-10) era frequente nel Duecento e meno in Petrarca
-
L'endecasillabo non canonico (atono 4-6) è sempre raro. Compare con maggior frequenza nella versificazione libera moderna.
Novenario
Nella poesia antica è molto raro, è usato da Dante nella ballata "Per una ghirlandetta". E' la trasposizione dell'octosyllabe nel Duecento.
In forma ottonario-novenario l'accentazione è libera. Pascoli fu colui che sfruttò più possibile questo verso alternando accenti in posizione 2-5-8 a quelli in 3-5-8
E' un verso dove l'ultima sillaba tonica cade in posizione 8. Fino all'Ottocento è molto raro, poi si stanzia con accenti fissi in posizione 2-5. E' utilizzato nella ballata di Carducci.
Decasillabo
E' il verso più antico della tradizione italiana. Ritrovato anche come quinario doppio (Giacomo da Lentini) o come variante anisosillabica del novenario o dell'endecasillabo
-
E' un decasillabo un verso che ha l'ultima sillaba tonica in posizione 9. E' legato a Manzoni e ai poeti romantici per la sua musicalità. Lo si trova anche nel Duecento con Onesto da Bologna
Ottonario
Gli ottonari antichi non hanno l'accento obbligatoriamente in posizione 3 un esempio è la Canzone di Bacco di Lorenzo de' Medici con accentazione diversa.
L'accento in posizione assume il carattere di regola nonostante le numerose eccezioni. Un uso particolare lo abbiamo in Pascoli che alterna gli accenti in 3-7 a quelli in posizione 1-4-7
E' un ottonario un verso che ha l'ultimo accento tonico sulla sillaba numero 7. Nella tradizione italiana oltre a questo accento ce n'è un altro obbligatorio in posizione 3.
Ottonario doppio
L'uso dell'ottonario doppio è raro si può citare "La sacra di Enrico V" di Carducci in distici in rima baciata.
-