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L’Italia fascista, MUSSOLINI, All’Italia, infatti, vengono riconosciute…
L’Italia fascista
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LA NASCITA DEL FASCISMO
Durante il Biennio rosso proliferano i gruppi nazionalisti.
I sostenitori sono per lo più ex combattenti del ceto medio.
Dopo la guerra l’Italia deve affrontare problemi come disoccupazione, inflazione e debito pubblico.
Inoltre, vi è delusione per i risultati della Conferenza di pace.
MUSSOLINI
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Nel 1924 Mussolini modifica la legge elettorale, così
da assicurarsi il controllo del Parlamento
Il 3 gennaio 1925 Mussolini si assume la responsabilità
delle violenze e procede alla creazione di una dittatura.
Tra il ’25 e il ’26 vengono emanate le leggi fascistissime, attribuendo più poteri al governo.
Dopo la crisi del ’29 lo Stato interviene ancora di più. Per creare lavoro Mussolini dà impulso alle opere pubbliche.
Nel 1931 viene creato l’Istituto per la ricostruzione industriale (IRI): lo Stato si ritrova a gestire direttamente importanti settori industriali.
Dopo un decennio di regime fascista l’Italia è ancora un Paese arretrato. Gli italiani guadagnano la metà dei Francesi e un terzo degli Inglesi.
All’Italia, infatti, vengono riconosciute solo Trento e Trieste, ma non la Dalmazia né le colonie tedesche.
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Negli stessi mesi al Nord gli operai occupano le fabbriche e i braccianti chiedono la socializzazione delle terre.
Al Sud, invece, i contadini occupano le terre lasciate incolte e chiedono alla Stato di assegnarne un appezzamento a ciascuno. Questo viene definito il Biennio rosso (1918-1919).
Fra i gruppi nazionalisti ci sono i Fasci di combattimento, fondati il 23 marzo 1919 a Milano da Benito Mussolini.
nizialmente i fascisti operano soprattutto nel Nord Italia, contrastando le manifestazioni socialiste. Nelle elezioni del 1919 non ottengono nessun seggio.
Il 21 novembre 1920 centinaia di fascisti prendono d’assalto Palazzo Accursio a Bologna: i socialisti sparano e nello scontro muoiono dieci persone.
Nelle elezioni del 1921 i fascisti sono accolti nel governo liberale. Giolitti pensa ingenuamente di costituzionalizzare
il movimento di Mussolini.
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Nel 1920 il governo viene affidato a Giolitti. Egli riesce a convincere i sindacati a sospendere scioperi e occupazioni; agli operai sono concessi aumenti salariali.
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