Nel Lazio, invece, si crede nel lenghelo. Secondo la leggenda ha un aspetto alto e longilineo, da cui il nome lenghelo, cioè "lungo" o "allungato". Spiritello dispettoso ma non malvagio, secondo la tradizione popolare si può osservare in varie situazioni: cammina sulle scale di legno, oppure si nasconde nei sottoscala. Disturba con scherzi coloro che non rispettano i propri familiari o semplicemente le persone a lui antipatiche letteralmente saltando loro sulla pancia durante il sonno. Inoltre, nasconde o rompe piccoli oggetti nella casa, ma può anche far trovare soldi o dare numeri vincenti al lotto. I lengheli sono divisi in tre tipi: quelli della casa, quelli del bosco e quelli dell'orto e della frutta. I lengoletti dei boschi, chiamati così per distinguerli dagli altri, sono descritti come spiriti cattivi, in quanto confondono i sentieri agli esseri umani e spaventano gli animali che ci vivono. Quando il bosco è cupo e silenzioso, uccelli non volano e non cantano, né si incontrano animali, è segno che quello è il territorio di un lenghelo.
Il lenghelo delle vigne e degli orti è invece uno spiritello delle campagne che ruba spesso la frutta. Il lenghelo ha vari nomi a seconda dei luoghi: lenghelu a Marino, lengheretto ad Ariccia e lengheru neru a Grottaferrata, quest'ultimo, a differenza degli altri, era lo spirito a guardia di un tesoro. La figura del lenghelo è parallela a quella del Genius Loci dell'antica Roma e, nel caso del lenghelo delle case, a quella dei Penati.[12][13]