Le origini di Amalfi sono avvolte dalle nubi della leggenda. Numerose, infatti, sono le leggende circa la fondazione della città: ad ogni modo tutte hanno in comune l’origine romana. Ciò è dimostrato anche dai rinvenimenti di resti archeologici di età imperiale, tra i quali il ninfeo di una villa probabilmente edificata ai tempi dell’imperatore Tiberio.Il toponimo “Amalfi” è, inoltre, di sicura estrazione latina: esso, secondo la saga di origine principale, deriverebbe da Melfi, un villaggio marittimo lucano abbandonato da alcuni profughi romani nel IV d.C.; oppure potrebbe corrispondere al cognome di una gens romana del I secolo d.C.
A seguito delle incursioni germaniche del V secolo d.C. molti profughi romani delle città campane ormai preda delle orde barbariche si rifugiarono sui Monti Lattari e, dopo breve tempo, diedero maggiore impulso al piccolo villaggio di Amalfi, trasformandolo in una città, che era già sede vescovile nell’anno 596.
L’attuale centro urbano di Amalfi corrisponde totalmente a quello della città medievale, per cui conserva tuttora imponenti vestigia del passato storico, individuabili attraverso una lettura stratigrafica nella superfetazione architettonica delineatasi durante i secoli.
Il monumento per eccellenza che evidenzia tale interessante fenomeno è senza dubbio il complesso della Cattedrale di Amalfi. Esso è formato da due basiliche accostate e un tempo comunicanti. La più antica era dedicata alla Vergine Assunta, prima protettrice di Amalfi; fu costruita sui resti di un’altra cattedrale paleocristiana del VI secolo in forma romanica ed impostata su tre navate. A questa basilica-cattedrale del IX secolo ne fu affiancata un’altra nel 987 per interessamento del Duca di Amalfi Mansone I. Questa nuova cattedrale è anch’essa a tre navate ed è dedicata all’Apostolo Andrea, protettore dell’intera diocesi amalfitana almeno sin dalla prima metà del X secolo.
l centro urbano di Amalfi può essere considerato a giusta ragione una sorta di museo vivente, poiché conserva, alquanto intatte, le testimonianze architettoniche ed urbanistiche del suo passato, rileggibili attraverso la stratificazione dei secoli. Tra queste emergenze architettoniche si segnalano chiese e cappelle, monasteri e conventi (alcuni dei quali diventati alberghi già nel XIX secolo), dimore dell’aristocrazia mercantile medievale, torri e mura.
Nella parte più interna, oggi detta Valle dei Mulini, sono tuttora presenti le imponenti vestigia delle antiche cartiere amalfitane che, sin dal XIII secolo, producevano la celebre carta a mano, mediante processi tecnologici appresi dal mondo arabo e migliorati in loco. Allo stato attuale la maggior parte di tale edifici si trova nella condizione di rudere; solo due cartiere sono tuttora attive, mentre è in funzione il Museo della Carta, che offre ai visitatori un’esaustiva rivisitazione storica di tale antica attività protoindustriale.
L’ultima costruzione individualbile nell’interno della Valle è la Ferriera di Amalfi, un opificio per l’estrazione del ferro dai minerali grezzi e per la produzione dell’acciaio, risalente al XIV secolo che è, pertanto, tra i più antichi dell’Italia meridionale.