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La politica economica in epoca fascista, datore dell’impero”. - Coggle…
La politica economica
in epoca fascista
La situazione cambiò nel 1926, e ancor di più in seguito alla crisi del 1929.
Il fascismo reagì agli effetti della crisi allargando il campo di intervento dello Stato, in particolare:
attraverso l’Istituto mobiliare italiano (IMI)
attraverso l’Istituto per la ricostruzione industriale (IRI),
Dopo trattative lunghe e segrete, si giunse così ai Patti Lateranensi
sottoscritti nel febbraio del 1929 da Mussolini e dal cardinale Pietro Ga-
sparri, segretario di Stato di papa Pio XI. I Patti erano composti da un
trattato, da una convenzione finanziaria e da un concordato:
con il trattato il cattolicesimo diventava la sola religione di Stato;
il papa riconosceva Roma come capitale del Regno d’Italia, mentre il
governo italiano concedeva al papa piena sovranità sul nuovo Stato
della Città del Vaticano, dichiarato neutrale e inviolabile;
con la convenzione finanziaria lo Stato italiano accordava alla Santa
Sede un’ingente somma di denaro a compenso dei danni subiti nel
1870 con la fine dello Stato pontificio;
con il concordato, infine, si garantiva alla Chiesa il libero eser-
cizio del culto in tutto il territorio nazionale, si esoneravano i
sacerdoti dal servizio militare, si introduceva l’insegnamento
della religione cattolica nelle scuole e si riconoscevano effetti
civili al matrimonio religioso
A metà degli anni Trenta Mussolini diede inizio a una politica di espan-
sione in Africa ai danni dell’Etiopia, allora retta dal negus (“imperato-
re”) Hailé Selassié (1892-1975). La conquista dell’Etiopia, che confinava
con le colonie italiane dell’Eritrea e della Somalia, avrebbe innanzitutto
rafforzato la presenza dell’Italia nel Corno d’Africa, un’area del continente
fortemente strategica poiché segna il passaggio tra il mar Rosso e l’ocea-
no Indiano. Con questa impresa il regime fascista intendeva raggiungere
anche altri due obiettivi:
dimostrare a livello internazionale la solidità del regime e la sua po-
tenza militare; non a caso l’impiego di forze fu eccezionale (l’esercito
era formato da oltre mezzo milione di uomini);
offrire, con un’efficace e cinica opera di propaganda, una speranza di
lavoro ai disoccupati italiani nelle nuove terre conquistate
La campagna militare per la conquista dell’Etiopia durò sette mesi e fu
condotta con estrema brutalità dai generali Pietro Badoglio e Rodolfo
Graziani. Per piegare la resistenza degli Etiopi, l’esercito italiano fece
ricorso a stragi, rappresaglie, esecuzioni sommarie e persino ad armi
chimiche, quali i gas asfissianti, proibiti dalle convenzioni internazionali.
dell’Impero dell’Africa Orientale
Italiana. Fu quello il momento di
maggior prestigio per Mussolini, al
quale fu attribuito il titolo di “fon-
datore dell’impero”.
Il 9 maggio 1936 Mussolini annunciò la fine della guerra e la nascita
datore dell’impero”.