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Filosofia capitolo 2 pt.2 - Coggle Diagram
Filosofia capitolo 2 pt.2
Tommaso Campanella fisica e metafisica
Al pensiero di Telesio si ispira Campanella e la sua vita ricorda quella di Brino. Nacque a Stilo nel 1568, entrò nell'ordine domenicano a Napoli assumendo il nome di Tommaso, le sue idee subirono attacchi per eresia e fu più volte incarcerato.
Campanella prende da Telesio il pensiero il principio della sensibilità universale manifestazione che la natura sia dotata di senso. In Campanella questo principio si trasforma nel principio dell'universale animazione della natura.
La natura è permeata da una forza soprannaturale che induce al contatto e a godere di esso, in modo da eliminare il vuoto. Gli esseri viventi sono in una continua interazione e l'uomo poteva intervenire sulla natura solo tramite la magia come metodo d'indagine.
L'universale interazione portava ad una natura unitaria che divenisse da Dio che è unico e non molteplice. La molteplicità è apparente e ammirabile solo da chi si affida completamente alla ragione
Tentò di realizzare un'ideale repubblica universale in Calabria, ispirata alla Città del Sole (da lui scritta), fu scoperto dalla corona spagnola e fu condannato a una carcerazione di 27 anni.
Venne liberato perchè lusingò la corona spagnola affermando che sotto il suo dominio ci sarebbe potuta essere un'unità politico religiosa. Affidato al Santo Uffizio iniziò a lusingare anche la Francia e dovette scappare a Parigi per non subirne le conseguenze.
Campanella ha tre principi fondamentali, chiamati <<primalità dell'essere>>
Sapienza
Come un senso di sé che permette di conoscersi e conoscere i propri opposti.
Amore
Come principio di unificazione e di conservazione della specie.
Potenza
In virtù degli enti che possono agire
Le primalità sono ritrovate in forma impura sulla terra e fraintese con i loro opposti negativi: impotenza, insipienza e odio.
Nell'ente supremo si trovano allo stato puro. Il rapporto tra primalità allo stato puro e a quello impuro definisce il rapporto tra Dio e il mondo
Giordano Bruno: la filosofia della natura
Filippo Bruno diventato Giordano dopo esser entrato nell'ordine dei domenicani, nacque bel 1548 a Nola e studiò a Napoli assumendo uno stampo Aristotelico.
Pronunciò i voti da giovane, ma i dubbi lo portarono a viaggiare per tutta l'Europa scrivendo diverse opere.
Accettò l'ospitalità del ricco Giovanni Mocenigo, fu denunciato da egli stesso alla Santa inquisizione per eresia nel 1593, dopo 7 anni arrivò la condanna al rogo e quindi la morte.
Accolse la teoria copernicana non solo come mera teoria matematica-astronomica, ma come metafisica.
Affermò l'infinità dell'Universo, nonostante nemmeno Copernico ne fosse molto sicuro e si impose sul pensiero che l'Universo fosse colmo di infiniti mondi dove il nostro pianeta perde qualsiasi significato fisico-astronomico.
Bruno afferma che l'Universo è infinito con motivazioni metafisiche e dimostrazione scientifiche, è infinito perchè è l trasposizione di un'essere infinito cioè Dio.
L'infinito dell'Universo è diverso, però, da quello di Dio, perchè il primo è dato da parti finite riconoscibili, mentre l'infinito di Dio come aveva affermato Cusano è unitario e la coincidenza degli opposti.
La teoria di Bruno interrompe il pensiero aristotelico sulla differenza tra fisica celeste e fisica sub-lunare
Per Bruno sulla Terra esiste un'unità e la molteplicità delle forme è riconducibile all'unità essendo unico il sostrato materiale a cui esse si applicano. L'unità della forma è un'unità di origine che produce e riassorbe in sé varie forme.
La materia che conferisce unità è materia attiva dalla quale zampilla la vita degli esseri viventi, che poi torna a lei.
Questa vita non differisce dalla divinità da cui deriva, Dio non trascende il mondo è solo il principio connesso all'effetto.
Per Bruno l'Universo è pieno di esseri viventi e quindi la presenza di Dio. E' la sua onnipotenza a governare l'Universo e dato che essa è infinita anche l'Universo deve esserlo.
La potenza di Dio è quella di essere e di poter essere qualsiasi cosa, Dio può diventare tutto, quindi i concetti di Dio e Materia devono coincidere. Bruno per questo fu accusato di panteismo.
Tommaso campanella: la dottrina della conoscenza
Per Campanella abbiamo tre <<primalità dell'essere>> che possono spiegare se stessi in virtù di un Dio originario.
Amore= Induce gli enti a permanere nel loro stato ciascuno di essi ama il proprio essere e su ciò fonda il rapporto con gli oggetti esterni.
Sapienza= Conoscenza della realtà, principalmente di se stessi e conoscenza delle modificazione che gli oggetti imprimono su soggetto.
Potenza= Potenza di agire in quanto è potenza di essere un soggetto e agire
La teoria della conoscenza di Campanella deriva da Telesio e dal suo particolare interesse per la sensibilità.
2 tipologie di conoscenza
Innata, cioè conoscenza di se stessi e della propria anima
Illata conoscenza dell'esteriore e delle modificazioni che hanno su se stessi. Non si può avere questa conoscenza senza quella <<innata>>
Il conoscere implica diventare altro, quindi conoscere Dio permette la transumanza dell'animo umano verso il divino. Campanella conferma la religiosità del suo pensiero.
Giordano Bruno: la morale
Bruno per spiegare la propria morale utilizza la leggenda del cacciatore Atteone, che venne sbranato dai suoi cani solo per aver visto riflesso il volto di Diana.
La metafisica e la filosofia naturale sono alla base della morale di Bruno. Per quest'ultimo se Dio era in tutte le cose (compreso l'uomo) egli tendeva a ritornare in Dio e a confondersi con lui.
La <<contemplazione>> che per i neoplatonici era la capacità di ritornare a Dio in Bruno diventa un <<eroico furore>> come un eros che tende a farsi uno con Dio <<indiarsi>>.
La religione in Bruno ha un ruolo marginale di edificazione morale e la presenza di un Dio è poco rilevante, questi motivi probabilmente portarono alla sua condanna.
La morale di Bruno si fonda su un principio di necessità, su un'assenza di libero arbitrio, la vera libertà consiste nell'agire come è richiesto dalla natura.
Il seguire la volontà della natura per Bruno è indispensabile e quindi si condanna l'ozio e l'accidia.