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Neorealismo v - Coggle Diagram
Neorealismo
Letteratura
Elio Vittorini, direttore del Politecnico, inizia la lotta per una "nuova cultura", che non si limiti, come quella del passato, a consolare l'uomo, ma si impegni per "liberarlo" dalla miseria e dallo sfruttamento.
«Il Politecnico» è una delle più importanti riviste culturali nate nell’Italia del secondo dopoguerra e fu il luogo di incontro di molti intellettuali all’insegna di un comune impegno civile. La rivista affrontava temi letterari, politici e sociali cercando di renderli accessibili al grande pubblico. Venne pubblicata a Milano dal 1945 al 1947, quando il direttore Elio Vittorini decise di rompere con il PCI poiché questo chiedeva alla cultura di essere una cassa di risonanza del partito (“suonare il piffero alla rivoluzione”).
ampiezza di interessi motivata dal fatto che Vittorini ricercasse una cultura non più consolatoria, ma operativa, che incidesse direttamente sui meccanismi della società
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l'attività editoriale si orienta verso un vasto programma di "aggiornamento culturale", basato sull'esigenza di rifarsi del tempo perduto e quindi di allargare gli orizzonti culturali
Brecht, Sartre (rivista Les Temps Modernes)
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interesse verso l'ideologia marxista sollecitato dalla presenza e dall'opera dei partiti di sinistra
revisione e rilettura di opere riguardanti la genesi del fascismo, il ruolo della classe dirigente liberale, le responsabilità della cultura
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modelli
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per lo stile: ‘realismo americano’ degli anni Trenta (quello di William Faulkner, Ernest Hemingway e John Steinbeck)
secondo Calvino il romanzo che meglio rappresenta il Neorealismo è "Una questione privata" di Fenoglio
definizione
Il termine "Neorealismo" (ovvero "nuovo realismo", per distinguerlo dalle precedenti correnti artistiche di tipo "realista") nasce dalla critica cinematografica e venne adoperato per la prima volta nel 1943 per il film "Ossessione" di Luchino Visconti. Dal cinema si estende poi ad altre forme d’arte, in particolare alla letteratura, ad indicare opere ispirate al desiderio di testimoniare gli eventi della guerra e le condizioni di vita dell’Italia dell’epoca, così come alle istanze di rinnovamento sociale maturate durante la Resistenza. Il termine non si riferisce dunque a un movimento culturale ben definito, quanto più a una tendenza e a un clima complessivo della cultura italiana degli anni ‘40-’50.
Ciò che accomuna le opere neorealiste, oltre all’attenzione per la realtà e alla volontà di lasciare memoria e riflettere su quanto accaduto, è il prevalere dell’‘impegno civile, sentito come spontanea esigenza morale, prima ancora che politica, davanti ai traumi vissuti dalla società.
Con la caduta del regime fascista gli intellettuali possono tornare ad esprimersi in libertà. La "fame di realtà" porta a raccontare le esperienze più drammatiche degli anni recenti, ma anche le urgenze del presente: le città distrutte dai bombardamenti, la mancanza di lavoro, la fatica della ricostruzione. :!!:
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La ricostruzione morale del Paese una volta riconquistate le libertà civili appare come una priorità non meno urgente della ripresa materiale.
Segue la diffusa percezione di un impegno necessario, rinnovato, comune. :!!:
il nuovo intellettuale
dipingendo la realtà in modo critico, contribuisce al suo rinnovamento
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secondo Gramsci, dall'esempio del De Sanctis deve nascere una critica letteraria capace di "fondere la lotta per una nuova cultura"
il nuovo intellettuale deve "mescolarsi attivamente alla vita pratica, come costruttore, organizzatore..."
dimensione politica, intellettuale organico
per far fronte alla necessità di una letteratura che risponda alle esigenze della collettività nazionale, in cui ci sia piena "identità di concezione del mondo tra scrittori e popolo"
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Il Neorealismo si propone di smascherare le menzogne del potere ponendosi a fianco dei ceti popolari ed è dunque legato politicamente alla sinistra.
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F. Fortini: "In quel tempo gli uomini delle parole, gli scrittori, furono investiti da una incredibile responsabilità pubblica"
Guardare a questa realtà significa scoprire l'Italia minore e umile, l'Italia delle plebi urbane
approdo possibile: populismo = esaltazione del popolo come depositario di virtù, di incontaminata integrità morale, di vitalità, come espressione di "natura", in contrapposizione a "storia"
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stile
Registi e narratori ripudiano ogni compiacimento formale e si impegnano in una rappresentazione della realtà in "presa diretta"
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la registrazione dell'accadimento, la testimonianza, la cronaca diventano i più diffusi metodi di rappresentazione
esigono un linguaggio anti-letterario, immediato, parlato, intinto di elementi dialettali
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Cinema
Finita la guerra, la poetica dell’immediatezza e dell’aderenza alla realtà, che il Neorealismo perseguiva per testimoniare le dolorose esperienze della guerra e della Resistenza, trova nel cinema un canale espressivo fondamentale: l’immagine, più ancora della parola scritta, rispondeva infatti al bisogno di denunciare le condizioni materiali e sociali dell’Italia post-bellica e poteva aspirare a trasmettere il proprio messaggio civile ad un pubblico vasto e culturalmente eterogeneo.
Il bisogno di verità e di autenticità spinge alcuni registi non solo a girare fuori dai teatri di posa, ma anche a scegliere come protagonisti dei film attori non professionisti, presi dalla strada, nel tentativo di rimuovere ogni artificio e di lasciar parlare direttamente la realtà.
d'altra parte, i teatri di posa di Cinecittà nell'immediato dopoguerra costituivano un riparo per gli sfollati e le attrezzature tecniche erano state sequestrate dai tedeschi in ritirata per essere portate al cinevillaggio di Venezia.
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la maggior parte dei registi rifiuta la rappresentazione della piazza, luogo simbolo del Fascismo
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creazione di un nuovo cinema dedicato agli italiani, alla collettività, che possa essere uno strumento di unione e fratellanza
due fasi
- i soggetti dei film si concentrano sui fatti degli ultimi mesi di guerra
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- si racconta la lenta e difficoltosa ripresa dell'Italia
Giuseppe De Santis, “Caccia tragica” (1947): il regista porta sullo schermo la difficile ripresa delle campagne nel dopoguerra
Neorealismo corrente apprezzata in tutto il mondo, è stata poco considerata in Italia.
gli italiani, dopo la fine del secondo conflitto mondiale, preferiscono gli spettacolari film hollywoodiani piuttosto che ritrovare sullo schermo le miserie che vivevano ogni giorno.
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