Nella poesia Mezzogiorno alpino, scritta dopo un breve soggiorno a Courmayeur, Carducci contempla il limpido paesaggio alpino, con l’intenzione di evidenziare la potenza della natura. Gli alberi si drizzano quasi come se volessero godere del piacere del sole che penetra tra le loro fronde; domina un assoluto silenzio, rotto soltanto dal fruscio dell’acqua di un ruscello, paragonato al suono di una cetra. Il paesaggio non ha nulla di definito o particolare e potrebbe essere associato a qualsiasi montagna: l’indeterminatezza del paesaggio (rimarcata dall’accostamento dell’aggettivo «infinito» al termine «mezzodì») e la personificazione del mezzogiorno che “regna” contribuiscono a suggerire la valenza simbolica della descrizione, che vuole mostrare la grande potenza della natura.