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LA CRISI DELLE ISTITUZIONI UNIVERSALI - Coggle Diagram
LA CRISI DELLE ISTITUZIONI UNIVERSALI
CHIESA
La Chiesa non si mostra esterna alle questioni politiche infatti quando viene eletto papa
Celestino V
, essendo un uomo privo di esperienze di governo abdica dopo soli 6 mesi.
Viene eletto
Bonifacio VIII
, uomo di curia e di governo, che riprende il progetto teocratico di Innocenzo III, rivendicando l'autorità del Pontefice su qualsiasi altro potere.
Viene eletto
Clemente V,
vescovo francese che trasferisce la sede papale da Roma ad Avignone. Finisce, cosi la lotta tra la monarchia francese e la chiesa (cattività avignonese).
Nella Roma abbandonata dal papato
Cola di Rienzo
guida una rivolta che fallisce perché perde il sostegno dei suoi stessi seguaci e si allontana da Roma.
Egidio di Albornoz
ristabilisce l’ordine nella città e riorganizza le terre pontificie con le
costituzioni egidiane
che gettano le basi dello Stato della Chiesa.
Nel periodo avignonese Clemente V riforma il sistema amministrativo della chiesa e si interessa alla gestione di affari e benefici di ogni genere. Il mondo cattolico percepisce i fasti e il potere della corte papale come un
abuso
e un allontanamento della chiesa dalla sua missione religiosa .
Nel corso del conflitto tra Francia e Inghilterra vengono estese le
tasse
anche al clero. Bonifacio VIII reagisce minacciando di scomunicare i laici che imponevano le tasse al clero. L’Inghilterra obbedisce, mentre il sovrano francese
Filippo IV
detto il Bello
si ribella
con l’appoggio del suo popolo.
Bonifacio VIII emana una bolla (
UNAM SANCTAM
) papale con la quale ribadisce la superiorità del potere spirituale su quello temporale. La reazione francese è violenta, Filippo IV fa imprigionare il Papa ad Anagni. Liberato dai cittadini ,muore un mese dopo.
IMPERO
Federico II
diventa imperatore e stabilisce la corte a Palermo. Rafforza il potere dello stato e la burocrazia.
Nel 1250 Federico II muore improvvisamente e subentra il figlio
Manfredi
che nel 1254 diventa
re di Sicilia
e continua la lotta contro il papa e i guelfi.
Nel 1266 Manfredi è sconfitto a Benevento da
Carlo D'Angiò
alleato del papa e fratello del re di Francia.
Carlo D'Angiò sposta la capitale dell'impero da Palermo a Napoli e attua una politica molto diversa da quella accentratrice degli Svevi, infatti si appoggia ai baroni e rafforza questo ceto assegnando numerosi feudi ai nobili di origine franco-provenzale.
Ciò crea un diffuso malcontento che sfocia in una rivolta nota come i
Vespri siciliani
. A sostegno dei rivoltosi si schiera Pietro D'Aragona. La guerra termina solo con la pace di
Caltabellotta
che assegna la Sicilia agli Aragonesi e il regno di Napoli agli Angioini.
L'autorità Imperiale crolla sia in Germania sia in Italia e i comuni Italiani conquistano completa autonomia. L'Impero si divise in tanti piccoli Stati o Principati.
Nel 1273 viene eletto
Rodolfo I
che non si fa incoronare imperatore, ma tenta solo di rafforzare il potere della sua famiglia, gli Asburgo.
IL SECOLO XIII E' STATO UN PUNTO DI SVOLTA DECISIVO NELLA STORIA DELLE IDEE POLITICHE.
Tommaso D’Aquinio
, invece, concilia il pensiero aristotelico con quello cristiano, sostenendo che il potere temporale ed il potere spirituale devono collaborare quindi da ciò deriva la distinzione dei due poteri.
Secondo le idee di
Aristotele
, l’uomo è per natura un “animale politico” e che lo Stato fosse una formazione naturale.