un’opera destinata a far discutere molto, perché denigrata dai principali studiosi d’arte del suo periodo, poi invece, apprezzata dalla critica del dopo neoclassicismo: considerata dai primi, come priva di profondità, piatta nelle gamme cromatiche e vuota come masse volumetriche, mentre dai secondi, grazie anche al magico tocco dell’artista, valorizzata per le cariche di esotismo e per l’impiego di costumi ed oggettistica orientale.