Le sue prime attestazioni in italiano, tuttavia, sono legate a un termine del sillogistico scolastico, "baròco". In questo senso, la voce è di estrazione colta e serve a designare una realtà intellettuale, logica e metafisica. Nel linguaggio della "scolastica barocca", questo è solo un espediente per memorizzare un modo della seconda figura sillogistica, in cui la premessa maggiore (indicata dalla A per "ba") è affermativa universale, mentre la premessa minore (la O di "ro") e la conclusione (indicata dalla O di "co") sono dettagli negativi. Questa struttura dà origine a un ragionamento che, se non falso, è tuttavia astruso e stravagante (ad esempio: tutti gli uomini sono razionali; alcuni animali no; alcuni animali non sono uomini). "Barocco" diventa così l'emblema di un ragionamento rigoroso nella forma, ma fragile nel contenuto logico, e l'espressione "argomento in barocco" entra nell'uso italiano come sinonimo di logica bizzarra, ragionamento tortuoso come fine in sé.
in Italia, il contatto tra i due sensi, cioè l'applicazione del concetto di "(argomento in) barocco" alla sfera dello stile, si deve a Francesco Milizia, che nel suo Dizionario di Belle Arti e du Design ( 1797) scriveva: 'Il barocco è il superlativo del bizzarro, l'eccesso del ridicolo. Borromini era deluso, ma Guarini, Pozzi, Marchione nella sacrestia di S. Pietro, ecc. in barocco "