Alfieri fu soprattutto un tragediografo, ma seppe cimentarsi anche nella commedia (anche se con scarsi risultati), nella poesia e nella saggistica. Molto importanti sono i suoi saggi Della tirannide, il Panegirico di Plinio a Traiano, Della virtù sconosciuta e Del principe e delle lettere. In quest’ultima opera si analizza il rapporto tra lo scrittore e il potere assoluto, uno dei temi cruciali per lui come per la storia della letteratura. Nei riguardi della Rivoluzione Francese è il saggio chiamato Misogallo, un saggio in cui emerge tutta l’idea aristocratica di libertà che in Alfieri è possibile intendere soprattutto in chiave antiborghese.