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1400-1500 pt.2 - Coggle Diagram
1400-1500 pt.2
Dialetti
I dialetti sono varietà subordinate alla lingua, esempi possono essere il Napoletano, il Romano o il Milanese. Il fiorentino moderno, invece, con la spirantizzazione (perdita dell'occlusiva che diviene fricativa) è considerato una varietà informale della lingua nazionale definibile come vernacoli.
I dialetti non sono adatti a discorsi di matematica, filosofia etc. Nel medioevo tutti i dialetti avevano pari dignità, in seguito con la grammaticalizzazione del fiorentino trecentesco esso si elevò a lingua sopra gli altri.Solo dopo il Cinquecento si può parlare di dialetti prima abbiamo varietà linguistiche.
I dialetti sono varietà linguistiche nate da una riaggregazione dei tratti del volgare, sono <<figli del latino>> come le lingue romanze. Essi sono impiegati quasi esclusivamente nel parlato, non hanno una forma scritta e non sono registrati da grammatiche
Dal punto di vista linguistico non c'è differenza tra lingua e dialetto, entrambi hanno regole di funzionamento conosciute dai madrelingua. I dialetti hanno le loro regole di funzionamento.
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Un modello toscano era più facile da trovare su Petrarca che sugli scritti danteschi. L'imitazione del fiorentino era più facile in rime che in prosa.
Come testimoniano i testi di Matteo Maria Boiardo Amorur libri (toscanizzato) e L'innamoramento di Orlando non toscanizzato in modo ottimo.
A Napoli Pietro Jacopo de Jennaro e Rustico Romano furono i primi a limitare i tratti della koine regionale e ad abbracciare il modello petrarchesco.
A Napoli tra il 1484 e 1486 Sannazaro scrisse l'Arcadia romanzo misto tra poesia e versi, caratterizzata da elementi napoletani.
Nel ventennio successivo Sannazaro corresse il proprio lavoro eliminando le contaminazioni napoletane, ma non quelle del fiorentino quattrocentesco. Sarà ristampata nel 1504
Al nord Pietro Bembo gli Asolani, con elementi settentrionali come la distribuzione delle consonanti, nell'uso di 'si' al posto di 'ci'.
I tratti fiorentini quattrocenteschi come -i/-ino del congiuntivo presente con verbi della seconda e terza classe, i futuri e i condizionali arò, arei, i maschili plurali con -gli, l'articolo determinativo plurale -e.
La prima edizione nel 1505 elimina i settentrionalismi ma non i tratti toscani quattrocenteschi sostituiti nella seconda edizione del 1530
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