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LA RELAZIONE NEL PROCESSO ASSISTENZIALE - Coggle Diagram
LA RELAZIONE NEL PROCESSO ASSISTENZIALE
Gli infermieri si occupano dell’impatto che la malattia sul quotidiano del paziente oltre che della malattia di per sé.
Gli infermieri devono possedere un’adeguata competenza comunicativa e relazionale in quanto hanno il compito di indurre cambiamenti positivi nei loro assistiti
PRINCIPI GENERALI DELLA COMUNICAZIONE
Watzlawich elabora la teoria della comunicazione con particolare attenzione agli aspetti pragmatici
assiomi della comunicazione umana:
L'impossibilità di non comunicare
Livelli comunicativi di contenuto e di relazione
La punteggiatura della sequenza degli eventi
Comunicazione numerica e analogica
Interazione complementare simmetrica
La comunicazione è invece l'elemento essenziale attraverso il quale si realizza il rapporto sociale.
elementi del processo comunicativo
Emittente
Ricevente
Canale
Codice
Messaggio o contenuto
Contesto
forme di comunicazione:
Comunicazione paraverbale
Comunicazione non verbale
Espressioni del volto
Postura
Comportamento spaziale
Orientamento del corpo
Gestualità
Silenzio
Contesto
Comunicazione verbale
Le professioni di aiuto “helping professions” comprende un'ampia gamma di figure
I PRINCIPI DELLA RELAZIONE D'AIUTO
L'infermiere deve essere professionista e non “amico” anche se per svolgere il suo ruolo deve raggiungere una grossa vicinanza emotiva con il paziente.
Le condizioni necessarie che servono all'infermiere nella relazione sono:
Congruenza
Empatia
Accettazione incondizionata
Carl Rogers definisce la relazione d'aiuto come “una situazione in cui uno dei partecipanti cerca di favorire una valorizzazione maggiore delle risorse personali del soggetto ed una maggiore possibilità di espressione”
L’operatore sanitario e il paziente sono i due protagonisti principali della relazione.
La relazione infermiere-paziente-famiglia è una relazione asimmetrica, con saperi e poteri diversi: uno ha bisogno di cure e l'altro le eroga.
STILI E TECNICHE CHE FACILITANO IL COLLOQUIO NELLA RELAZIONE D’AIUTO
Condurre un colloquio richiede all'infermiere capacità relazionali e abilità comunicative
Abilità di porre domande
Domande chiuse →
prevedono una risposta specifica ed hanno la funzione di raccogliere informazioni dal paziente, molto usate nelle anamnesi e nell’accertamento infermieristico
La tecnica migliore è quella di alternare queste due tipologie di domande, senza porle raffica ma sempre una alla volta
Domande aperte →
offre al paziente l'opportunità di rispondere con il suo tempo, di espandere e chiarire aree significative di preoccupazione
Tecnica eco
= tecnica di comunicazione che consiste nella ripetizione in forma interrogativa di un termine utilizzato dal paziente
Il colloquio infermieristico accompagna molti momenti dell’assistenza, e non sempre è programmato
Abilità di ascolto
L'ascolto autentico dell'altro esige accettazione, coinvolgimento, partecipazione e riconoscimento
Ascolto critico
= capacità di analizzare ciò che ci viene detto, individuando valutando la razionalità del discorso
Ascolto empatico
= comprendere le motivazioni e le intenzioni sottese, “mettersi nei panni dell'altro” entrando nella sua visione della realtà
tecniche che facilitano l'ascolto:
non interrompere
rispettare le pause i silenzi
utilizzare tecniche di incoraggiamento
Formulare risposte per
comprendere e sostenere
il paziente
Per poter rispondere in modo adeguato è necessario prestare attenzione, osservare e ascoltare attivamente il paziente.
È importante utilizzare un linguaggio facilmente comprensibile, così da permettere la facile e corretta comprensione
La tecnica del riformulare o rispecchiare ci permette di comprendere empaticamente gli assistiti.
STILI E TECNICHE CHE NON FACILITANO IL COLLOQUIO NELLA RELAZIONE D’AIUTO
Fornire consigli non richiesti: dire al paziente ciò che deve o non deve fare
Dare giudizi, approvare o disapprovare i comportamenti del paziente
Utilizzare frasi stereotipate (clichés), fuori luogo, prive di significato nel tentativo di rassicurare il paziente
COME INIZIARE UNA RELAZIONE D'AIUTO
Conoscere la storia del paziente
Conquistare la fiducia del paziente
Agenda del paziente
= descrive il vissuto soggettivo portato dal paziente quando chiede l'intervento del medico o dell'infermiere
le dimensioni principali dell’agenda del paziente:
idee o interpretazioni che il paziente ha del suo star bene
aspettative e dei desideri che si articolano nei confronti dell’operatore e del colloquio stesso
sentimenti che il paziente vive nei confronti della malattia
ontesto di vita del paziente nella misura in cui contribuisce a generare sentimenti, idee e aspettative
Durante la relazione assistenziale con i pazienti l’infermiere diventa il “custode” di informazioni, di storie di vita, di speranze delle persone che deve conservare con rispetto e riservatezza
La carta europea dei diritti del malato (2002) riporta 14 diritti dei pazienti