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Fiorentino trecentesco - Coggle Diagram

- - - - Bembo censura i tratti popolari della prosa di Boccaccio.
        
        La prosa restò attardata perchè scrivere come nel Decameron mantenendo una singola varietà di registro e linguaggio era estremamente difficile. Per riportare i dialoghi infatti bisognava utilizzare un registro più basso.
        
        Alcuni autori rivendicarono il diritto di scrivere in tutte le varietà della lingua, quindi i prosatori rimasero estranei al Bembismo fino agli anni Settanta del Cinquecento.
- - - - L'italiano discende per via indiretta dal fiorentino trecentesco codificato nel 1500 con estrema precisione.
- - - - Dopo la pubblicazione delle Prose (1525) Ariosto fece una terza edizione nel 1532 a metà tra la lirica di Petrarca e la prosa di Boccaccio.
- - - - Quest'ultimo non eccepiva sulla lingua scritta, ma credeva che il parlato ideale fosse individuato nel fiorentino parlato privato dai tratti popolari.
        
        La proposta ebbe effetti pratici come la preferenza delle forme argentee (cinquecentesche) a quelle auree (trecentesche. Come ad esempio "me lo" al posto di "lo me", oppure forme prive di dittongo a quelle dittongate.