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OSSERVARE AL NIDO PENSIERI IN CERCA DI UN PENSATORE – Monti, ., ., -, d -…

- - - - . I neuroni conservano la loro plasticità fino ad un'età avanzata ma tale plasticità è massima nei primi tre anni di vita quali le interazioni con l'ambiente, gli stimoli e le risposte motorie arricchiscono, le funzioni del sistema nervoso.
      - Il cervello può essere considerato come un ORGANO BIO-SOCIALE, cioè un sistema sociale E selettivo:
        
        ne deriva che la memoria viene intesa come un edificio in continua trasformazione, come un processo che “riattiva, rimpasta, ritraduce” il contenuto, a seconda di chi lo lavora, del contesto e del tempo in cui avviene la trasformazione
      - La prima memoria che si sviluppa è quella procedurale/implicita, che registra le tracce sensoriali e quelle emozionali legate alle prime esperienze relazionali.
        
        Queste registrazioni, che precedono simbolizzazione e Linguaggio, fondano un nucleo inconscio della personalità
        
        cosi da formare il nucleo del Sè
        inconscio non rimosso,
    - - Nella prima infanzia le ondate di maturazione celebrale sono correlate ai balzi in avanti dello sviluppo
        
        Questi processi testimoniano la connessione tra fattori ambientali e costituzionali, tra INDIVIDUO e MBIENTE, e quindi la fondatezza di un **MODELLO INTERATTIVO DELLO SVILUPPO
      - Lo scambio fra adulto e bambino avviene quindi in modo bidirezionale
        
        Il bambino nasce geneticamente programmato a conseguire due obiettivi:
        
        entrare in contatto con l'ambiente sociale,
        
        gestire i propri stati interni
        
        entrambi i partner contribuiscono attivamente alla regolazione interpersonale diadica e sono impegnati nel monitorare il proprio stato interno e quello dell'altro
        
        Quando si instaura una relazione positiva, il comportamento dell'uno è prevedibile dal comportamento dell'altro
        
        Non sempre però i segnali sono recepiti e corrisposti; a volte capita che si verifichino delle interruzioni, che se frequenti possono portare il bambino ad esperire stati non integrati della mente.
        
        Se il caregiver mette in atto competenze riparative dopo i momenti di interazione falliti, il bambino apprende a tollerare la frustrazione e ad avere fiducia nelle capacità dell'ambiente di rispondere alle sue esigenze e di riparare alle incomprensioni
        
        la riparazione dipende dalle competenze autoregolatorie dell'adutlo
        
        Pattern di comportamento interattivo che hanno successo vengono immagazzinati nella memoria implicita hanno quindi più probabilità di essere attuati nuovamente in futuro.
        
        Se il bambino ha molte occasioni di sperimentare l'esperienza della riparazione, può interiorizzare questa funzione, che diverrà un suo strumento interno per affrontare in modo positivo situazioni stressanti.
        
        Se il partner invece non è responsivo il bambino è costretto ad attuare comportamenti regolatori autodiretti e c'è il rischio che immagazzini una rappresentazione non responsiva dell'ambiente e non riesca a sviluppare strategie di autoregolazione più evolute.
      - Si riconosce cosi al bambino la competenza propositiva innata di rispondere con pattern sempre più complessi ai segnali che provengono dall'ambiente circostante e di inviarne di propri: emerge la rappresentazione di un bambino predisposto all'interazione sociale,
      - **Potenzialità e vulnerabilità del bambino sono quindi connesse alle carenze della realtà familiare e sociale: è quindi la cura dei bambini, che pone la condizione essenziale alla loro crescita.:
    - - A livello neurofisiologico non esiste un momento dello sviluppo in cui si possa osservare il preciso salto dal periodo pre-emozionale a quello caratterizzato dalle emozioni vere e proprie, perché è un processo molto lento
        
        Dopo i precursori delle emozioni (piacere, circospezione, reazione alla frustrazione),
        
        nella seconda metà del primo anno di vita emergono le emozioni, che comportano una reazione immediata, legata al significato attribuito alla situazione
        
        Si può parlare di EMOZIONI quando un bambino reagisce a un evento valutandolo velocemente, richiamando alla memoria le esperienze passate pertinenti e attivando uno stato mentale specifico per affrontare l'evento.
        
        la riorganizzazione avviene all'incirca al nono mese e a livello neurofisiologico si basa su:
        
        -Aumento delle connessioni fra sistema fronto-corticale e limbico.
        
        -Crescita delle dimensioni delle strutture limbiche (es. ippocampo);
        
        Gli input ambientali svolgono un ruolo fondamentale nella crescita del sistema nervoso, stimolando o inibendo il proliferare assonico e dendritico
        
        Miglioramento facoltà mnestiche, il bambino può associare immagini e situazioni ricorrenti a stati mentali specifici.
        
        cio deriva da: InfantResearchha studiato il fenomeno della comunicazione faccia a faccia tra adulto e bambino osservando in particolare, e sottoponendo a microanalisi, l'espressione delle emozioni attrraverso il viso e il ritmo degli sguardi tra i due partner e gli aspetti proto-linguistici della comunicazion
      - Nei primi 3 anni di vita l'EMISFERO DESTRO è dominante sul sinistro perché è la parte del cervello che matura prima, ed è quindi la più plasmata dagli stimoli ricevuti in questo lasso di tempo,
        
        dovuto al fatto che ha legami più profondi con le parti filogeneticamente più antiche del cervello (ontogenesi=filogenesi): SNA e sistema limbico
    - - Interazione madre-bambino:
        
        3)Il bambino osserva la reazione della madre ( simulazione automatica del comportamento materno.
        
        -Se la reazione della madre al bambino è in sintonia con lo stato mentale del bambino allora la simulazione sarà congruente con il suo stato mentale iniziale
        
        migliore connessione del bambino con la madre + influenza positiva sullo sviluppo del senso di Sé.
        
        -Se la reazione della madre al bambino non è in sintonia con lo stato mentale del bambino, allora la simulazione sarà incongruente con il suo stato mentale iniziale
        
        minaccia all'integrità del Sé e possibile formazione di un falso Sé.
        
        N.B. Se la madre imita fedelmente il comportamento del bambino è probabile che non faciliti la sua crescita: il rispecchiamento deve aggiungere qualcosa allo stato precedente.
        
        2)La madre reagisce al bambino;
        
        1)Il bambino ha una sensazione/stato mentale;
        
        La MENTE RELAZIONALE IMPLICITA si forma cosi dall'interiorizzazione da parte di stili relazionali
        
        La mente inoltre si organizza nell'interazione attraverso tre principi organizzativi fondamentali (principi di salienza) di BEEBE
        
        PRINCIPIO DI ROTTURA E RIPARAZIONE: sia il neonato che la madre, quando lo scambio interattivo si
        interrompe, correggono l'interazione riprendendo la coordinazione.
        
        1.PRINCIPIO DI REGOLAZIONE ATTESA: la reazione attesa fra una domanda infantile implicita e una risposta esplicita dell'adulto che si prende cura del bambino porta il bambino a rappresentarsi simbolicamente ciò che è regolare e prevedibile nelle relazioni.
        
        PRINCIPIO DEI MOMENTI AFFETTIVI INTENSI: c'è bisogno di un adulto che aiuti il bambino a raggiungere un giusto livello di intensità emotiva e cognitiva. Vi sono due parametri della capacità genitoriale di rispondere sensibilmente ai segnali dei bambini
        
        : la contingenza e il rispecchiamento enfatizzato
        
        Lo sviluppo emotivo e cognitivo del piccolo dipende dall'interazione fra:
        
        Caratteristiche del bambino;
        
        Caratteristiche delle istituzioni che lo accolgono (in Nido prima di tutto).
        
        Contesto familiare in cui il bambino vive;
- - - - Il Nido è stato cosi pensato e narrato come uno spazio-tempo di ascolto ricettivo e partecipe, dove i legami affettivi tra genitori e bambini, tra educatori e bambini, cosstituiscono la base di partenza per lo sviluppo infantile
    - - Essere empatici nel lavoro educativo/psicologico significa tendere contemporaneamente a una vicinanza e a una separazione , riscoprendo trovare la GIUSTA DISTANZA, giusto avvicinamento ,
      - Accorpando sia
        
        FUNZIONE PATERNA dell'osservatore: differenziare e discriminare attraverso la scrittura le tracce mnestiche, diviene anche la funzione paterna DEL GRUPPO che sceglie e riassembla gli elementi della storia per costruire una più ampia e coerente, da cui partire e tornare alla relazione col bambino.
        
        FUNZIONE MATERNA dell'osservatore: contenere con lo sguardo e la mente i segnali della scena, diventa funzione materna del gruppo che accoglie con empatia, vicinanza e rispetto le sensazioni, le impressioni, i ricordi, le conoscenze di tutti.
      - La metodologia dell'INFANT Observation prevede che l'insegnante osservi un momento della vita del bambino al Nido (con l'obiettivo di cogliere le sequenze di azioni e comportamenti del bambino, l'interazione con gli altri), successivamente scrive ciò che ricorda e infine legge e amplia il suo raccconto nel gruppo di lavoro con le colleghe e il conduttore esterno.
        
        La lettura microscopica- microscopica e immaginativa, nel senso di formulare ipotesi a partire dai dati osservati
        
        Nella narrazione condivisa del gruppo si riattiva e si amplifica un processo di risonanza emotiva e di differenziazione individuale e gruppale che permette di costruire nuovi percorsi di senso.
      - La complessità del lavoro con i bambini (soprattutto quelli più piccoli) è la loro turbolenza emotiva, la fragilità e a volte l'incoerenza delle loro comunicazioni. È quindi necessaria una una mente adulta non troppo preoccupata, bensì viva, curiosa, attiva, che colga pensieri non ancora pensati, potenzialmente emergenti.
        
        facendo diventare l'osservazione come strumento della propria competenza emotiva e professionale.
      - Al Nido e nella scuola materna l'educatore può essere un ottimo caregiver secondario, ma deve avere tempo e disponibilità affettuosa.
        
        Compiti degli educatori al Nido:
        
        -Facilitare e sostenere le relazioni tra i bambini.
        
        -Capacità di vedere l'unicità di ogni bambino,
        
        -Saper contenere i momenti di ansia e irritazione che i bambini inducono con pianti e pressanti richieste,
        
        -Avere competenze professionali,
      - L'osservazione partecipe dà significato al gioco del bambino.
        
        di fatto Al Nido sono le routine quotidiane delle attività, ma soprattutto delle relazioni, ad alimentare i circuiti sensoriali e affettivi c che peremttono al bambino di apprendere, per cui sono i primi a essere osservati
    - - OSSERVARE= acquisire la capacità di vedere un insieme, un tutto unitario, per cui la persona si deve porre nella sua interezza al servizio del bambino