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Antropologia culturale: - Coggle Diagram

- - - - metafora del mosaico: ogni cultura è chiusa, statica, isolata
        
        la procedura etnografica porta
        
        a elevatissimo livello di contestualizzazione delle ricerche: qualità maggiore
        
        a ridimensionare la portata del metodo comparativo: da confronto "globale" a uno "localizzato"
        
        a ridimensionare la tendenza degli evoluzionisti a formulare asserzioni di portata universale
      - la storia non è un processo univoco/unilineare di sviluppo, ogni cultura non è naturale ma frutto di scelte particolari
      - disciplina intesa come pratica di ricerca intensiva, localizzata, specifica, di comunità "arcaiche" relativamente isolate, rappresentabili attraverso la monografia etnografica
        
        oggetto dell'antropologia diventa la singola cultura, concetto visto come "il-modo-di-vita-di-un-popolo"
        
        "cultura": un complesso integrato di configurazioni di pensiero e di comportamento, trasmesso e condiviso socialmente
  - - - è cambiato il modo di intendere il mondo e le culture: le culture sono prodotti storici, cambiano nel tempo: mutamento culturale
        
        la scuola di Manchester ha permesso questo mutamento di prospettiva
        
        sottolinea l'esistenza di tensioni, dimensione conflittuale, equilibri precari, compresenza di valori eterogenei
        
        culture come sistema aperto: immagine dinamica, cambiamento come fattore importante: le culture non si spezzano
        
        riconoscimento dell'inesistenza dell'alterità totale
      - riassumendo: una cultura non riesce a configurarsi come chiusa, autosufficiente, è sempre aperta al contatto, confronto, scambio e attraverso l'alterità spesso si instaurano i contatti e gli scambi più importanti per la vita sociale. non esistono culture pure
        
        modernità: figlia di un continuo incrociarsi, sommarsi, fondersi
        
        si moltiplicano le dichiarazioni contro la cultura: idea che quando l'antropologia spiga la differenza culturale, contribuisce a costruirla, produrla e conservarla collocando gli "altri" lontani nel tempo e li colloca in una dimensione esotica. Per questo vorrebbero sbarazzarsi del concetto di cultura
        
        ma come dice HANNERZ "l'antropologia non può sbarazzarsi del concetto di cultura, né può fare a meno di una qualche teoria della cultura. L'uomo acquisisce socialmente consapevolezza di sé e degli altri, sentimenti, emozioni, idee, modi di pensiero, schemi di azione organizzati. Cioè un insieme di strumenti simbolici e culturali utili, indispensabili per orientarsi nello spazio sociale. Questo è importante."
      - l'etnografia più recente pone sempre di più al centro dell'attenzione le persone, rispetto alla cultura
        
        una procedura di questo tipo, però, ostacola la tendenza, a scoprire modelli, configurazioni, sistemi, stili culturali e, anche, visioni del mondo.
        
        è questo il contributo prezioso della teoria: essere utile all'esperienza
      - il "campo" e la "cultura" non appaiono più oggi come oggetti localizzati e definiti di cui si possa parlare; piuttosto esprimono la posizione da cui un antropologo parla e scrive --> elemento centrale
        
        la riflessione sulla posizione dell'antropologo era già parte importante nel lavoro di ERNESTO DE MARTINO (antropologo italiano)
        
        l'etnocentrismo è inevitabile, ne siamo intrisi. L'etnocentrismo critico invita il ricercatore a mettere in discussione le categorie di osservazione di cui dispone all'inizio della sua indagine. Nel tentativo di fare uno sforzo (quotidiano) di comprensione dell'alterità
  - - - intento descrittivo: studiare le culture per salvaguardare le differenze
        
        fare critica culturale della società occidentale stessa
        
        viaggio etnografico: permette conoscenza di diverse culture, riconoscendo una base sociale comune alle culture e permette effetti di ritorno!
      - difficoltà nell'elaborare una dimensione temporale della società, concezione mitica dell'esistenza: culture altre viste come inferiori
      - antropologi evoluzionisti: 3 stadi evolutivi. Ultimo livello: civiltà vittoriana
      - processo conoscitivo visto come scienza generale dell'uomo, tesa alla scoperta delle leggi generali dell'evoluzione culturale/sociale
      - la nozione di evoluzione sociale e culturale, sebbene ampiamente confutata sul piano scientifico, si è radicata: in Occidente è rimasta la convinzione del progresso continuo.
        
        si è determinata una profonda lacerazione fra il proclamarsi superiore al resto del mondo della civiltà occidentale, che ha spinto gli altri popoli. seguirlo nel desiderio di recuperare il loro ritardo lungo l'unica linea possibile di sviluppo.
        
        tuttavia, l'idea che sia possibile instaurare una relazione con l'alterità è sempre asimmetrica. L'uguaglianza nella diversità non esiste mai
- - - - "cultura, intesa nel suo ampio senso etnografico, è quell'insieme complesso che include la conoscenza, le credenze, l'arte, la morale, il diritto, il costume..acquisita dall'uomo o in quanto membro di una società"
        
        supera la separazione in classi sociali/l'idea della cultura come accumulazione di sapere --> significato ciceroniano di cultura animi
        
        cultura: caratteristica dell'uomo sociale
        
        prima definizione antropologica di cultura
        
        definizioni di "cultura" successive a quella di TYLOR: individuano il suo ambito oggettivo e affermano il carattere di acquisizione
        
        BRONISLAW MALINOWSKI
        
        ogni cultura è un sistema chiuso
        
        oggetto dell'antropologia diventa la singola cultura
        
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        FRANZ BOAS
        
        necessità di studiare le culture nel loro particolare contesto storico
        
        accomuna tutte le società umane
  - - - la ragione etnologica andrebbe sostituita dalla logica meticcia: prospettiva che contribuisce ad affermare una prospettiva a partire dall'indistinzione e dal sincretismo
        
        le culture non sono "frutti puri" ma sono ibridi, contaminate, mescolate, dinamiche come l'identità
        
        la cultura appare quindi costruzione sociale, all'interno di uno spazio sociale e di un tempo storico in continuo mutamento
      - ragione etnologica andrebbe qualificata come intelletto etnologico (funzione operativa, creatrice di categorie secondo KANT) e contrapposto alla ragione antropologica (funzione regolativa: sorveglia l'attività dell'intelletto)
  - - - convinto che l'oggetto dell'antropologia dovesse essere la società osservabile empiricamente e non l'astrazione chiamata "cultura". Pur ritenendo valido l'approccio olistico dell'antropologia
  - - - romanzo "Tristi tropici", 1955, disprezza cultura occidentale che devasta altri mondi culturali attraverso: metafora della sozzura gettata sul volto dell'umanità
      - omogenizzazione culturale e le culture localizzate da un lato
        
        localizzazione, mondo fermo di etnie, nozione di appartenenza
  - - - "I frutti puri impazziscono", 1993, riprende la sozzura rielaborandola come "fertilizzante" in grado di stimolare creatività e ordini di differenza: promuove cambiamento
      - globalizzazione della cultura e delocalizzazione culturale dall'altro
        
        delocalizzazione, mondo in movimento fatto di panorami etnici, nozione di presenza
  - - - MAX GLUCKMAN, fondatore scuola di Manchester
        
        studia tema del conflitto sociale nelle società africane e mette in luce che società "tradizionali" e "dei bianchi" sono legate da moltissimi rapporti: realizza che lo studio di società in isolamento non era fondato
      - GEORGES BALANDIER
        
        colloca gli oggetti dell'antropologia nel quadro di una "situazione coloniale": che determina e struttura il rapporto fra occidente e società studiate. Le trasformazioni sono determinate da dinamiche esterne e interne
      - ROGER BASTIDE
        
        sottolinea il fenomeno del "sincretismo" (intreccio tra culture diverse), nel caso etnografico fra le culture afroamericane in Brasile, in particolare analizza i movimenti religiosi (Candomblè)
      - CLAUDE MEILLASSOUX
        
        approccio marxista: relativi a processi economici, politici, ideolgogici che consentono la riproduzione presso società non capitaliste ma che avevano avuto intensi contatti con società capitaliste. Studia la "comunità domestica" per far emergere i rapporti di produzione: presso i giuro sono basati su asimmetria fra anziani e giovani
- - - - biotico
      - sociale
      - fisico
      - necessità di
        
        riprodursi
        
        proteggersi: mantenere temperatura corporea
        
        energia: nutrirsi
    - - peculiarità dell'uomo/diverso da altri animali
        
        tendenza alla fetalizzazione
        
        animale sociale
        
        ricettività femminile permanente
        
        coordinamento occhio-mani e presa di precisione
        
        produce storie e significati
        
        capacità chiamata
        prospettiva socio-costruttivista
        
        stazione eretta
    - - risultati di un lungo processo biologico di evoluzione
      - tecnologia
      - organizzazione sociale
      - credenze religiose e valori
      - capacità di comunicazione: grazie al linguaggio
- - - - nelle piccole società è praticabile
      - nelle società grandi l'ideale olistico è immediatamente crollato
      - secondo MATERA, che riprende HANNERZ, la prospettiva olistica è uno dei contributi fondamentali delle scienze sociali che va ripensata alla luce della nuova integrazione globale
        
        si presterebbe a cercare di comprendere il sistema globale (uomo inserito in una rete globale)
        
        parrebbe in grado di dare contributi utili nell'affrontare i problemi legati all'intolleranza razziale, all'odio, alla violenza
        
        appare adatta a cercare di favorire il confronto e la comprensione fra popoli