Chi cerca di liberarsi dalla prigione delle finzioni per mettere a nudo il suo vero volto, scopre che la sua identità è inscindibile dalle maschere che indossa, che è impossibile dar voce alla propria autentica natura: il fluire «continuo, incandescente, indistinto» della vita che scorre dentro di noi non si può afferrare e definire una volta per tutte, e il nostro io ci appare come una continua lotta di «più anime diverse e perfino opposte, più e opposte personalità», frutto dei diversi modi in cui ci ve- dono gli altri, ma anche degli inganni che noi stessi ci costruiamo, per non essere costretti a percepire l’insensatezza della vita, «il vuoto interno [...] a cui l’uomo non può affacciarsi, se non a costo di morire o di impazzire» (L’umorismo).