La costituzione Italiana e il 9° articolo

L'Italia è il primo paese ad instituire l'insegnamento della storia dell'arte

riforma gentile (1933)

prima costituzione a inserire la protezione dei beni culturali

Anni seguenti: condizione di sempre maggiore marginalità

costituzione nata per sostituire lo statuto albertino

(in vigore dal 1848 fino al 1946)

legge fondamentale dello stato italiano

redatta in 18 mesi da 75 membri dell'assemblea costituente

formata da 139 articoli suddivisi in:

parte seconda

parte prima

principi fondamentali

più disposizioni transitorie e finali

scritta in un linguaggio semplice e curato

è anche particolarmente lunga democratica e programmatica

oltre a essere rigida e mutabile solo tramite l'approvazione di una maggioranza parlamentare

fondamento di ogni altra normativa e delle azioni dello stato

tra cui l'articolo 9:

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica


Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

ci furono dispute sull'attribuzione della tutela (alle regioni o allo stato centrale) ma si arrivò a un compromesso usando il termine republica

che fu una novità importante mondialmente e che si collega agli articoli 33 e 34

infatti è da considerare l'articolo più originale della costituzione italiana

grazie a questo articolo, inoltre, anche l'EU comincia a mobilitarsi verso la protezione culturale

La tutela del patrimonio culturale deve far parte della costituzione?

Personalmente penso che, soprattutto in Italia, il patrimonio culturale debba essere salvaguardato a tutti i costi, in quanto è uno dei fattori caratterizzanti del paese. Per questo credo che l'articolo 9 merita un posto nella costituzione.

Il concetto di tutela e il codice dei beni culturali

tentativo di contemperare le esigenze generali di pubblico interesse con i diritti della proprietà privata

in età romana nasce la coscienza della "proprietà collettiva" artistica e monumentale

cittadini tenuti a non distruggere le costruzioni antiche e a conservarne i decori restaurandoli

nel medioevo si perde questo concetto e si riacquista solo nell'età comunale

rientro dei papi ad Avignone e riscoperta di normative contro il saccheggio del marmo romano

La lettera di raffaello

dopo pochi anni dalla nomina a praefectus marmorum et lapidorum Raffaello scrisse una lettera al pontefice denunciando le razzie di marmo antico romano

nella lettera Raffaello era consapevole che il torto non era stato fatto da barbari esterni ma dalle autorità interne che avrebbero dovuto proteggere quel marmo

e nella parte finale esprime anche il suo pensiero sull'identità artistica che i monumenti romani danno al paese

nel corso del 500 e del 600 si formano in Europa moltitudini di collezioni di marmi antichi, statue e dipinti

al contempo però vennero realizzate norme contro i possedimenti artistici privati

questi provvedimenti però risultano inadeguati

nel settecento il problema del controllo del mercato antiquario si aggravò ancora di più

tutto a causa dell'esportazione di beni antichi

nell'ottocento la situazione era peggiorata grazie alla rivoluzione francese e l'uso delle opere d'arte come risarcimento dei danni di guerra

nel 1802 però papa Pio VII redige un chirografo che riconosce le opere d'arte come bene pubblico la cui protezione spetta allo stato

dopo la sconfitta di Napoleone vengono inoltre mandati dei delegati di vari paesi europei per riscuotere le opere artistiche rubate in precedenza

purtroppo in assenza di una lista dettagliata solo 3/4 del patrimonio artistico viene ridato ai legittimi proprietari

questo spinge Pio VII a emanare un editto che ancora oggi costituisce la base per la tutela dei beni artistici italiani

La tutela nel Codice Urbani

Il codice dei beni culturali e del paesaggio

Nei primi anni del XXI secolo si avvia un processo di riforma dello Stato, sotto forma di regionalismo e federalismo, che porta alla riforma del Titolo V della Costituzione, attuata con legge costituzionale n. 3 del 2001.

con la nuova formulazione dell'art. 117 della Costituzione riconosce la legislazione esclusiva dello Stato in materia di tutela dell'ambiente e dei beni culturali, mentre ammette quella concorrente per la valorizzazione dei beni culturali e promozione delle attività culturali.

Seguendo il dettato del nuovo articolo 117 della Costituzione, il Codice chiarisce le competenze e le responsabilità in merito ai beni culturali e paesaggistici

si ammette una legislazione concorrente per la valorizzazione dei beni culturali e ambientali e per la promozione delle attività culturali.

Per prevenire possibili alienazioni del patrimonio artistico, il Codice vincola all' inalienabilità: le aree archeologiche, i monumenti nazionali, i musei, le biblioteche, gli archivi ed anche gli edifici demaniali.

Dalla costituzione del Regno d'Italia alla prima età repubblicana

Con la costituzione del Regno d'Italia si compie un passo indietro nella formulazione di leggi di tutela del patrimonio culturale.

in Italia, nel 1939, vengono approvate due importanti leggi “gemelle" grazie al Ministro Giuseppe Bottai: la n. 1089 e la n. 1497.

Queste leggi tentavano di conciliare interesse pubblico e privato, affermando che il patrimonio storico-artistico-culturale e ambientale costituisce l'elemento fondante dell'identità di un popolo.

I concetti chiave per la tutela del patrimonio sono:

la procedura di vincolo su beni privati riconosciuti di pubblico interesse .

la conservazione dell'integrità dei beni e la pubblica godibilità anche dei beni privati riconosciuti di pubblico interesse

Con l'entrata in vigore della Costituzione italiana, nel 1948, la tutela del paesaggio e del patrimonio culturale viene posta tra i principi fondamentali del nostro Stato, ma nonostante ciò per un ventennio si registra una scarsa attenzione verso la tutela.

Al fine di rivedere l'intera disciplina dei beni culturali alla luce di queste importanti novità costituzionali, nel 2004 viene emanato il decreto legislativo n. 4

Secondo il Codice la tutela è ogni attività diretta a riconoscere, proteggere e conservare un bene del nostro patrimonio culturale affinché possa essere posto alla conoscenza e alla fruizione collettiva. Dunque la tutela si esplica sia come disciplina normativa sia come amministrazione concreta e si sviluppa in tre funzioni: individuazione, protezione e conservazione dei beni costituenti il patrimonio culturale.