L’INSERIMENTO, L’U.O.I, LA GIORNATA TIPO
L’INSERIMENTO NELLE STRUTTURE RESIDENZIALI PER ANZIANI
Ricoverare un anziano in struttura è un fatto estremo; quando l’anziano ha perso parzialmente o totalmente l’autonomia sul piano fisico, psichico, sociale a causa:
di malattia invalidante, di stati di deterioramento cognitivo (demenza), di situazioni familiari, abitative precarie, economiche scadenti, dalla mancanza di servizi territoriali adeguati
o dall’insufficiente rete di supporto: famiglia, vicinato, volontariato.
L’INGRESSO IN STRUTTURA
È stabilito sulla disponibilità di posti e secondo graduatorie dell’ULSS a cui si accede tramite l’UVMD e che, tengono conto della residenza della persona, della data di presentazione della domanda, dei bisogni dell’anziano, del livello di non autosufficienza, della situazione familiare e della capacità della struttura di corrispondere alle esigenze.
l’ingresso viene preparato secondo le seguenti fasi:
2) visita dell’anziano in struttura, cercando di farlo partecipare a qualche attività o momento collettivo e di fargli conoscere altre figure professionali e incontrare eventuali anziani che già conosce;
3) accoglienza e inserimento dell’anziano con la presenza del suo O.S.S. tutor che ha già conosciuto.
1) visita dell’Assistente Sociale e dell’O.S.S. tutor all’anziano, presso il suo domicilio, per incontrarlo nel suo ambiente di vita e per favorire un approccio graduale;
L’ingresso in una struttura residenziale non è mai indolore. È un evento stressante che provoca nell’anziano comportamenti di difesa che possono andare dalla negazione all’aggressività.
Esistono numerosi fattori che incidono in questo:
IL CAMBIAMENTO DELLE RELAZIONI:
IL CAMBIAMENTO DELLE ROUTINES:
IL CAMBIAMENTO DI AMBIENTE:
la casa non rappresenta solo un luogo fisico, ma è anche il luogo
dei ricordi, delle sicurezze, delle emozioni. Entrare in struttura comporta l’abbandono di elementi familiari che per la persona, hanno valore affettivo ed emotivo per adattarsi a un ambiente impersonale, privo di riferimenti propri.
ogni persona, nell’arco della propria vita, costruisce una pluralità di relazioni. L’insieme di questi rapporti non viene perso con l’ingresso in struttura, ma le relazioni si restringono alle persone che si recano o sono presenti in quel contesto.
le persone riconoscono la propria identità e individualità anche sulla base di una serie di riferimenti temporali e spaziali che consentono l’aspettativa e la prevedibilità degli eventi. L’ingresso in struttura comporta un senso di smarrimento dovuto non solo alla mancanza di riferimenti fisici, ma anche al non riconoscimento (di ruolo) da parte degli altri.
ALCUNI FATTORI CHE COMPORTANO MAGGIORE DIFFICOLTA’ DI ADATTAMENTO:
limitazione dell’autonomia. La struttura ha orari e regole che possono essere diversi dalle
abitudini di casa.
limitazione della comunicazione. Il momento dell’ingresso è caratterizzato da una fase di
disorientamento in cui non è facile sapere a chi chiedere informazioni.
limitazione della mobilizzazione. Essere in istituto significa dover soddisfare poche richieste di eseguire compiti anche per chi ha la capacità di spostarsi in modo autonomo. Anche all’interno della struttura, i movimenti sono limitati.
limitazione della privacy. Raramente le strutture possono mettere a disposizione stanza singole. Questo comporta che la sfera della riservatezza dell’anziano sia continuamente violata.