Fino al XV secolo il territorio degli Stati Uniti era abitato da tribù di cacciatori e pescatori, gli amerindi, spesso organizzati in tribù seminomadi (come i sioux). La colonizzazione cominciò agli inizi del XVII secolo: i Padri Pellegrini, un gruppo di protestanti provenienti dall’Inghilterra, fondarono il Massachusetts e, al termine della guerra anglo-olandese, la colonia di New Amsterdam fu occupata dagli inglesi e ribattezzata New York. Le 13 colonie inglesi divennero molto importanti dal punto di vista economico, grazie a una fiorente economia di piantagione e al trasferimento di schiavi dall’Africa. Nel 1765 le colonie rivendicarono la propria autonomia dall’Inghilterra. Il 4 luglio 1776 il congresso dei rappresentanti delle colonie approvò la Dichiarazione di Indipendenza, dando vita agli Stati Uniti d’America (USA). Guidato dal generale George Washington, l’esercito statunitense sconfisse le truppe inviate dall’Inghilterra. Nel 1787 fu approvata la Costituzione che dava agli USA un ordinamento repubblicano, federale e presidenziale; il primo presidente fu Washington stesso. Nel XIX secolo gli USA si espansero nei territori del Far West; gli indiani vennero relegati in riserve. A metà dell’Ottocento gli Stati Uniti presentavano due modelli di sviluppo totalmente differenti: gli stati del Nord avevano un’economia industriale, quelli del Sud basavano la propria economia sulle piantagioni lavorate dagli schiavi. Dopo l’elezione di Abramo Lincoln a presidente (nel 1860) e il tentativo di secessione degli stati del Sud, scoppiò una guerra civile; la vittoria degli stati del Nord condusse all’abolizione della schiavitù. A partire dalla fine dell’Ottocento gli Stati Uniti assoggettarono diversi stati (Cuba, Puerto Rico, Panama, Filippine, Hawaii). Il crollo della Borsa di New York, nel 1929, portò una profonda crisi economica, superata soprattutto grazie a forti investimenti pubblici. A causa dell’attacco alla loro flotta navale da parte del Giappone, a Pearl Harbor, gli Stati Uniti entrarono nella Seconda guerra mondiale. Dopo la vittoria iniziò la cosiddetta «guerra fredda», causata dalla dura contrapposizione con l’URSS, durante la quale gli USA hanno moltiplicato gli interventi militari in diverse parti del mondo (in Corea, in Vietnam, in America del Sud ecc.). Dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 contro le Torri Gemelle (New York) e il Pentagono (Washington), l’amministrazione USA ha mosso guerra all’Afghanistan (accusato di ospitare organizzazioni terroristiche), poi all’Iraq (accusato di sviluppare armi di distruzione di massa).