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QUESTIONE OMERICA
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QUESTIONE OMERICA
Sin dall'antichità la critica si è interrogata sull'esistenza di Omero, sulla paternità e la composizione dell'Iliade e dell'Odissea
Nell'antichità
- Gli storici antichi credevano nell'esistenza di un Omero autore di Iliade e Odissea. La tradizione lo descrive come un poeta cieco, ricollegandosi all'etimologia del suo nome (da ὁ μὴ ὁρῶν= colui che non vede
- In epoca alessandrina (III-I sec. a.C.) i filologi, che lavoravano nella biblioteca di Alessandria d'Egitto, compararono tutte le edizioni, cercando di ricostruire un testo che fosse l'archetipo, il testo che si avvicina quanto più possibile all'originale. Divisero i 2 poemi in 24 libri ciascuno (lo stesso numero delle lettere dell'alfabeto greco). Si resero conto che le 2 opere presentavano enormi differenze contenutistiche e linguistiche che spiegarono assumendo 2 diverse posizioni:
I 2 poemi descrivono il mondo greco nella fase arcaica della sua storia (sia la fase contemporanea ad Omero, IX-IIIV sec.a.C., che la fase precedente del Medioevo ellenico, XIII-IX sec. a.C.) ma, in alcuni punti, si rifà alla civiltà micenea
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:silhouettes:Omero ha composto solo l'Iliade mentre l'Odissea è stata realizzata da un altro cantore
Alcuni studiosi sostengono che in Demodoco, cantore cieco alla corte di Alcinoo, nell'isola dei Feaci (nell'Odissea), Omero abbia rappresentato se stesso
In Età moderna
- La questione omerica, abbandonata nel Medioevo, ritorna nel corso del 1600 quando l'abate d'Aubignac nei suoi studi arriva alla conclusione che i 2 poemi siano una raccolta tardiva di autori diversi. Ad una soluzione simile arriva il filosofo Giovan Battista Vico che, in un capitolo della sua opera "La Scienza nuova", ritiene i 2 poemi frutto di un'elaborazione collettiva e complessa, espressione del pensiero di tutto il mondo greco.
- Nell'800, secolo d'oro della filologia classica, nell'ambito della scuola tedesca prendono forma due diverse correnti:
:silhouettes: Analisti
Sostenitori dell'esistenza di più compositori, individuano nei poemi vari nuclei narrativi cuciti e tramandati oralmente
:silhouette: Unitari
Convinti dell'esistenza di un unico autore per entrambe le opere o per ognuno delle due opere
- L'ultima tappa negli studi omerici è rappresentata dalla teoria della oral poetry di Milman Parry risalente al 1920. Secondo lo studioso americano grazie allo stile formulare, basato sulla ripetizione di interi versi e di parole ricorrenti (come patronimici ed epiteti), è stato possibile tramandare oralmente poemi di grande estensione come l'Iliade e l'Odissea.
La sua teoria troverebbe conferma nel comportamento dei cantori popolari serbo-croati, che agli inizi del 900, ancora riuscivano a creare e a diffondere oralmente poemi di lunga estensione, avvalendosi di un patrimonio comune di formule, che ne favorivano la memorizzazione
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Sulla trasmissione erano d'accordo sulla diffusione orale e fissavano nel VI sec. a.C., all'epoca del tiranno ateniese Pisistrato, la redazione scritta dei poemi
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