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ROMANZO DECADENTE DANNUNZIANO
ROMANZO DECADENTE DANNUNZIANO
D’Annunzio concepisce l’arte come una dimensione superiore rispetto ad ogni altro
tipo di esperienza
il culto della bellezza diventa l’unico valore
possibile
per esorcizzare la possibile morte della bellezza, è
necessario trasformare la vita stessa in una vera e propria opera d’arte
Autore del romanzo "
Il Piacere"
:
culto della bellezza
. Il protagonista è Andrea Sperelli, sintesi dell’esteta e del dandy, Egli non riconosce leggi morali, ma solo le leggi estetiche.
Il Culto dell'edonismo
ossia il piacere come ulteriore mito dell’esistenza. Nella vita del giovane aristocratico assume una centralità essenziale l
’eros
, inteso come
passione assoluta e dissoluta
che condurrà il protagonista ad una inevitabile sconfitta
il romanzo presenta due piani temporali
1_il passato
di Andrea che emerge attraverso un ampio
flashback
, vita dissoluta fatta di spregiudicati flirt e lusso. Al passato appartiene la storia d'amore con
Elena Muti
, dopo il protagonista si innamora di un'altra donna
Maria Ferres
Elena Muti
, esponente di una cultura mediocre, è il simbolo dell’eros, dell’istinto carnale, espressione della passione, colei che si lascia andare agli amori e ai piaceri sessuali
Maria Ferres
, colta, intelligente e sensibile all’arte e alla musica, legata alla famiglia e in particolare alla figlia, molto religiosa, nel corso del romanzo assume una natura quasi misteriosa e inafferrabile
2_il presente
durante il quale Andrea incontra di nuovo le due donne
Aspetti formali:
narratore esterno che spesso assume il punto di vista del protagonista
L’intera realtà - i luoghi, i personaggi, gli oggetti – è filtrata attraverso l’arte: tutto diventa riflesso di sensazioni, stati d’animo, sentimenti. Tutto ciò che viene descritto è il simbolo di qualcos’altro.
Il linguaggio è più criptico, pieno di sinestesie, ossimori, metafore
Il tempo non è più lineare poiché il
flashback determina uno sfasamento tra fabula e intreccio
Le tecniche narrative e lo stile
tempo e spazio quindi perdono la loro oggettività perché sono filtrati dalla dimensione
interiore
emerge il monologo interiore
frequente è il ricorso a sequenze statiche che rallentano l’azione: sequenze
descrittive e riflessive
il lessico è ricercato e prezioso, fitto di parole rare
frequenti sono le figure retoriche tipicamente simboliste: analogie e sinestesie
Secondo D'Annunzio “la parola è divina” e in tutte le sue opere emergono:
il valore assoluto della parola
le scelte lessicali elitarie
le scelte lessicali elitarie
L’ESTETISMO E IL SUPEROMISMO
l’esteta è animato
da una visione elitaria dell’esistenza
dal disprezzo delle masse
dalla volontà di potenza: l’arte e la parola diventano strumenti di dominio
il superuomo è destinato al fallimento, vittima del suo velleitarismo,
cioè delle sue utopie, delle sue ambizioni irrealizzabili, irragionevoli
la poetica di D’ANNUNZIO può essere tradotta come la poetica delle parole