Attraverso un’estrazione casuale, ciascuna anima riceveva un numero, che stabiliva il proprio turno. Una alla volta le anime si incarnavano in un corpo e in una vita a loro scelta: ciascuna anima, quindi, sceglieva in anticipo la vita che avrebbe vissuto. Molte anime, però, sceglievano male, perché attirate dagli agi e dalle ricchezze. Inoltre, paradossalmente, le anime che erano state premiate sbagliavano più spesso a scegliere rispetto a quelle che erano state punite, perché avevano dimenticato cosa fosse la sofferenza.
Dopo aver scelto ciascuna anima riceveva un daímon – un genio/spirito custode.
A questo punto le anime bevevano l’acqua del fiume Lete, il fiume dell’oblio. Con quest’acqua ogni anima dimenticava tutto quello che aveva visto e vissuto, pronta a vivere la nuova vita che aveva scelto. Le anime sagge bevevano poca acqua dal fiume: in questo modo avevano delle reminiscenze di quanto avevano vissuto. A Er, che era morto, era stato permesso di non bere per poter raccontare la propria esperienza ai mortali.
INSEGNAMENTO: Il fatto che sono le anime a scegliere il loro destino vuol dire che l'uomo è libero, ed è l'artefice del proprio destino. Il mito di Er è perciò simbolo della libertà che ha l'uomo di Platone.