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La memoria
Alla fine dell'800,lo psicologo Herman Ebbinghaus,inizia a studiare scientificamente la memoria , conducendo vari esperimenti in cui provava a memorizzare del materiale neutro. Infatti egli si era posto l'obbiettivo di studiare la memoria "pura".
La teoria sulla memoria ancora oggi affluente è quella studiata da Atkinsons e Shiffrin negli anni 60'. Essi hanno dimostrato che la memoria è per sua natura multisistemica, ovvero costituita da tre meccanismi differenti.
La memoria sensoriale: recepisce mantiene per un tempo brevissimo le informazioni veicolate dai diversi organi di senso.
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La memoria a breve termine: recepisce l'informazione proveniente dalla memoria sensoriale e la elabora, assegnandole un significato.
George Miller condusse esperimenti secondo i quali in questa memoria possono essere mantenuti sette elementi. Si è poi capito però che se ne possono mantenere anche di più se organizzate in blocchi inferiori a sette.
La memoria a lungo termine:le informazioni in arrivo dalla memoria a breve termine vengono mantenute permanentemente.
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In questa memoria sono contenuti i flash di memoria, ovvero ricordi di eventi che ci hanno particolarmente colpiti e che rimangono impressi nella memoria sotto forma di immagini.
La memoria è una funzione della mente consistente in un complesso di processi che consentono di archiviare e recuperare le informazioni, in particolare quando sono necessarie per svolgere dei compiti.
La memoria è un processo che comporta la codifica, il consolidamento e il recupero dell'informazione.
Possiamo capire come la nostra memorizzazione attraverso il concetto di schema, introdotto da Bartlett, il quale studiò la memoria durante le varie situazione della vita quotidiana
Secondo lo scienziato gli schemi aiutano a a organizzare le informazioni relative ai fatti vissuti. Col tempo le informazioni che vengono dimenticate non sono essenziali . Altro aspetto importante è che il recupero delle informazioni è condizionato dagli stati d'animo e dalle emozioni che si trovano nei determinati momenti
L'oblio è l'incapacità o l'impossibilità di ricordare. Questo dipende da fattori sia cognitivi che emotivi.
Il primo fattore è il tempo, considerando che già nella prima ora dall'acquisizione si impoveriscono le informazioni assimilate . Anche nella memoria a lungo temine, se un concetto non viene ricordato, col tempo si dimentica.
Altro fattore è l'interferenza, un fenomeno che si presenta quando il richiamo alla memoria di un' informazione è ostacolato da altre informazioni simili.
Interferenza Proattiva, la quale tende a farci dimenticare nuove informazioni perché le confondiamo con altre simili già possedute.
Interferenza retroattiva, la quale rende difficoltoso ricordare vecchie informazioni, perché vengono sovrapposte e confuse.
L'interferenza emotiva non dipende da fattori cognitivi bensì da fattori emotivi. Non riusciamo a rievocare un ricordo perché vincolato da un particolare peso emotivo. Un esempio ne è l'effetto pistola.
L'ipermnesia è la capacità di ricordare scene complesse in tutti il oro particolari. Questo succede nonostante il tempo sia un fattore di decadimento della traccia mnestica, ovvero dell' impronta che resta in memoria grazie al processo di memorizzazione
A volte però l'ipermnesia può essere associata a disturbi psichici. Come per nella sindrome post-traumatica
L'amnesia comporta ad una perdita totale o parziale della memoria in seguito ad un trauma o una malattia cerebrale.
Amnesia retrograda: porta la perdita di memoria di eventi accaduti prima di un particolare avvenimento.
Amnesia anterograda: porta ad una perdita della memoria degli eventi successivi ad un particolare avvenimento. Questa amnesia è caratteristica delle persone affette dal morbo di Alzheimer.
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