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(La protezione dell'ambiente del DI) - Coggle Diagram

- - - - essendo l'ambiente TRASVERSALE si scontra con altri valori della comunità internazionale (difficoltà nel tutelare l'ambiente stesso)
        VS il diritto statale allo SVILUPPO ECONOMICO (lo Stato ha il diritto di sfruttare risorse naturali al fine di migliorare le condizioni di vita dei propri cittadini, azioni che possono collidere con la tutela dell'ambiente)
        DIFFERENZIAZIONE NEGLI ANNI
        
        ANNI 70, appena formulata la Dichiarazione di Stoccolma e anche un NUOVO ORDINE ECONOMICO derivante dalla contrapposizione EST-OVEST e dalla DECOLONIZZAZIONE
        (si credeva che sviluppo eco e sociale=essenziale per assicurare un favorevole ambiente di vita e di lavoro per l'uomo e per creare condizioni necessarie per il miglioramento della qualità della vita)
        
        ANNI 90, situazione cambia con Dichiarazione di RIO (1992)
        NUOVO PRINCIPIO,
        LO SVILUPPO SOSTENIBILE (v Stato ha il diritto sovrano di sfruttare le proprie risorse secondo le proprie politiche ambientali e di sviluppo, e la responsabilità di assicurare che le attività all'interno della sua giurisdizione o controllo non causino danni all'ambiente di altri Stati)
        
        considerazione che SVILUPPO e AMBIENTE debbano coesistere => RESPONSABILITà COMUNI ma DIFFERENZIATE (tutti stesse responsabilità ma chi ha inquinato di > ha obblighi >)
        
        2 PROBLEMI
        1)PROBLEMA DELLE ATTIVITà LECITE
        dobbiamo chiederci di chi sia la responsabilità se si inquina tramite attività considerate LECITE
        2)FINITEZZA DELLE RISORSE
        che non sono tutte RINNOVABILI (sfruttamento > ragionato e sostenibile=permettendo alle generazioni future di usufruirne)
    - - Esiste un diritto umano all'ambiente? Guardiamo le Dichiarazioni e Carte rilevanti nel contesto internazionale.
        PRINCIPIO 1 DICHIARAZIONE DI STOCCOLMA
        L'uomo ha un diritto fondamentale alla libertà, eguaglianza, a condizioni di vita soddisfacenti, in un ambiente che gli consenta di vivere nella dignità e nel benessere, ed è altamente responsabile della protezione e del miglioramento dell'ambiente davanti alle generazioni future
        PRINCIPIO 2 DICHIARAZIONE DI RIO
        Gli esseri umani sono al centro delle preoccupazioni relative allo sviluppo sostenibile, essi hanno diritto ad una vita sana e produttiva in armonia con la natura
        ALCUNE CARTE REGIONALI SUI DIRITTI UMANI
        Art 24 Carta AFRICANA dei diritti umani e dei popoli si afferma
        "tutti i popoli hanno diritto ad un ambiente globale soddisfacente, favorevole al loro sviluppo"
        Art 11 Protocollo addizionale alla Convenzione Americana sui diritti umani si afferma
        "Ogni individuo ha il diritto di vivere in un ambiente sano e di avere accesso ai servizi pubblici di base. Gli Stati parti promuovono la protezione, la preservazione e il miglioramento dell'ambiente"
        Art 29 Convenzione sui Diritti del Fanciullo si afferma
        "Gli Stati parti convengono che l'educazione del fanciullo deve avere come finalità di inculcare al fanciullo il rispetto dell'ambiente naturale"
      - LA DEMOCRAZIA AMBIENTALE
        1998 istituita la Convenzione di AARHUS
        
        garantiva il diritto di accesso alle info, di partecipazione alle decisioni e di accesso alla giustizia in questioni ambientali
        
        tutti i cittadini devono avere il diritto di essere informati su tutte le opere che possono avere un impatto sull'ambiente
        
        hanno il diritto di partecipare alle decisioni e all'elaborazione di programmi in materia ambientale (sia direttamente, che indirettamente tramite democrazia rappresentativa)
      - 3) RAPPORTO TRA TUTELA DELL'AMBIENTE E LE RELAZIONI TRA SOGGETTI DELLA COMUNITà INTERNAZIONALE
        
        Le poche norme già viste, si basano sul regime di RESPONSABILITà INTERNAZIONALE.
        Per TUTELARE l'ambiente, sufficiente invocare la responsabilità dello Stato o necessarie altre forme di protezione?
        
        NON sempre si riesce ad individuare l'autore dell'atto illecito (perchè l'effetto dell'uso del territorio si propaga su Stati limitrofi)
        
        NON sempre L'INQUINAMENTO deriva dalla VIOLAZIONE di una norma internazionale (difficile quantificare il danno)
        
        In questi casi si applica
        IL REGIME DI COOPERAZIONE (non > della RI)
        è il bene stesso che chiede una cooperazione internazionale in quanto un'attività lecita può provocare inquinamento in tutto il mondo e perciò serve l'aiuto di tutti per risolvere la problematica.
      - LE FASI DEL DIRITTO INTERNAZIONALE DELL'AMBIENTE
        
        SPARTIACQUE 1972 (con Dichiarazione dei principi di Stoccolma)
        
        PRIMA la tutela ambiente era solo in via INCIDENTALE (ai fini di stabilire la responsabilità internazionale dello Stato)
        
        DOPO il 1972 (espansione)=> progressiva formazione di un corpus di norme riguardanti diversi aspetti della protezione dell'ambiente
        
        CON LA DICHIARAZIONE DEI PRINCIPI DI RIO (1992)
        alla responsabilità dello Stato si aggiunse l'obbligo di cooperazione interstatale e il diritto allo sviluppo
        (la Dichiarazione di Rio NON SOSTITUISCE quella di Stoccolma, le 2 si affiancano)
        
        MODELLO DI RESPONSABILITà INTERNAZIONALE
        
        PRIMA DEGLI ANNI 70, l'ambiente non era considerato in quanto tale (ma la norma consuetudinaria prevedeva LIMITI ALL'ESERCIZIO DELLA SOVRANITà di uno Stato sul suo territorio: NON POTEVA UTILIZZARE IL SUO TERRITORIO NEL CASO IN CUI COMPORTASSE LA VIOLAZIONE DEI DIRITTI DI ALTRI STATI)
        
        questo limite era già stato sollevato in UN LODO del 1928 emanato per risolvere una controversia relativa alla sovranità di alcune isole tra Filippine e Indonesia
        affermò che "la sovranità territoriale garantisce il diritto esclusivo dello Stato sul suo territorio, diritto che ha come corollario un dovere=>l'obbligo di proteggere nel territorio i diritti degli altri Stati
        
        1941 ALTRO LODO (diritto di proprietà) AMPLIA il LIMITE PRECEDENTE "nessuno Stato ha il diritto di utilizzare o consentire l'uso del suo territorio in modo tale da provocare danni al territorio di un altro Stato o a beni o persone ivi contenuti"
        (danni ai campi di alcuni coltivatori provocati da fonderie=>no raccolto=>si muovono al fine di far valere la responsabilità dello Stato)
        
        Si arriva
        AD UNA LEGISLAZIONE DELLA TUTELA DELL'AMBIENTE
        
        partendo dal fatto di limitare cosa uno Stato può fare sul proprio territorio
        
        poi partendo dalla tutela di un altro bene (diritto di proprietà) si arriva allo Stato che non può recare danno al territorio di un altro Stato o alle persone che vivono quello stesso Stato
        (la legislazione in materia di tutela ambientale nasce da tematiche e sentenze completamente distaccate da essa)
        
        SENTENZA CANALE DI CORFù (1949)
        
        riguarda utilizzo legittimo del territorio
        
        una nave della marina inglese, che passando per il canale di Corfù, colpisce una mina posizionata dall'Albania nel suo mare territoriale ed esplode affondando e portando alla morte alcune persone
        
        la CIG afferma che
        "gli obblighi della autorità albanesi consistevano nel notificare l'esistenza di un campo minato nelle acque territoriali albanesi e di avvisare le navi da guerra britanniche in avvicinamento del pericolo imminente"
        TALI OBBLIGHI basati su alcuni PRINCIPI GENERALI
        a) considerazioni elementari di umanità (>esigenti in pace che in guerra)
        b) principio della libertà di comunicazione marittima
        c) l'obbligo di v Stato di non permettere consapevolmente che il suo territorio sia utilizzato per atti contrari ai diritti degli altri Stati
        
        SENTENZA DELLA CIG CONTROVERSIA tra NUOVA ZELANDA e FRANCIA (1995)
        "la presente ordinanza non pregiudica gli obblighi degli Stati di rispettare e proteggere l'ambiente naturale"
        
        obbligo di tutti gli Stati di proteggere i diritti degli altri Stati nel territorio
        
        ma obbligo di proteggere anche l'ambiente naturale
        
        RIPRESO IN UN'ALTRA SENTENZA CIG (1996)
        "l'esistenza dell'obbligo generale degli Stati di garantire che le attività di loro competenza e controllo rispettino l'ambiente di altri Stati o di aree non nazionali, fa ora parte del corpus del diritto internazionale in materia all'ambiente"
        
        RESPONSABILITà NEL CONTESTO MARINO
        
        PARTE DODICESIMA UNCLOS (protezione e preservazione ambiente marino)
        ARTICOLI RILEVANTI
        Art 192
        "Gli Stati hanno l'obbligo di proteggere e preservare l'ambiente marino"
        Art 193
        "Gli Stati hanno il diritto sovrano di sfruttare le proprie risorse naturali secondo le proprie politiche in ambito ambientale e nel rispetto del proprio obbligo di proteggere e preservare l'ambiente marino"
        COLLEGAMENTO TRA I 2
        l'utilizzo di risorse naturali incontra dei limiti (deve considerare l'obbligo di proteggere e preservare l'ambiente marino tramite due comportamenti):
        a) comportamento ATTIVO
        lo Stato NON deve/può causare DIRETTAMENTE danni all'ambiente marino, anche quello su cui si estende il loro diritto di sovranità
        b) comportamento PASSIVO
        gli Stati hanno il DOVERE di CONTROLLARE che le attività svolte in spazi sottoposti alla loro sovranità al fine di evitare che esse comportino danni all'ambiente marino
        Art 194
        MISURE atte a PREVENIRE, RIDURRE, CONTROLLARE l'inquinamento
        prevenzione e obbligo di cooperazione
        1.Gli Stati adottano, singolarmente e congiuntamente secondo i casi, tutte le misure alla presente Convenzione atte a prevenire, ridurre e tenere sotto controllo l'inquinamento dell'ambiente marino, quale che ne sia la fonte, usando a tal fine gli strumenti > idonei in loro possesso secondo le loro capacità
        due diligence stringente
        
        Gli Stati adottano tutte le necessarie misure affinchè le attività condotte sotto la loro giurisdizione e controllo siano condotte in modo tale da non provocare danni di inquinamento ad altri Stati e al loro ambiente (e che l'inquinamento eventualmente causato da incidenti, non si propaghi al di là delle zone dove essi esercitano diritti sovrani conformemente alla presente Convenzione)
        
        aggiunge "le misure necessarie" (impone agli Stati la DUE DILIGENCE STRINGENTE)
        
        diligenza ordinaria stringente (in questo caso lo Stato ha l'obbligo, per qualsiasi attività svolta in uno spazio sottoposto alla sua giurisdizione, di adottare tutte le misure=>NORME INTERNE che autorizzino o meno determinate attività, prevedendo SANZIONI per chi non abbia rispettato tali norme)
        
        contenuto dell'obbligo in capo agli Stati
        3.PREVEDERE TUTTE LE POSSIBILI FONTI DI INQUINAMENTO DELL'AMBIENTE MARINO
        limitare al massimo
        a) versamento di sostanze tossiche, dannose o nocive
        b) inquinamento da parte di navi
        c) inquinamento prodotto da installazioni e macchinari utilizzati per l'esplorazione e sfruttamento risorse naturali del fondo marino e sottosuolo
        
        proteggere e preservare ecosistemi rari e delicati (habitat di specie in diminuzione, in pericolo o via di estinzione)
        rispetto a questi PARAGRAFI lo Stato deve adottare la propria diligenza
        
        paragrafo 5 (ecosistema e le specie che vi risiedono)
        
        paragrafo 3 (obblighi relativi all'attività che lo Stat o conduce)
        
        divieto di ingerenza
        
        gli Stati si astengono da ogni interferenza ingiustificata nelle attività condotte dagli altri Stati
        
        Art 235
        1. Gli Stati sono responsabili dell'adempimento dei propri obblighi internazionali (in materia di protezione e preservazione dell'ambiente marino)
        
        Gli Stati garantiscono la possibilità di ricorso in accordo con il proprio ordinamento giudiziario (NON C'è SOLO RESPONSABILITà INTERNAZIONALE), che consenta di ottenere un indennizzo rapido e adeguato o altre forme di reintegrazione dei danni causati da inquinamento dell'ambiente marino, imputabile a persone fisiche o giuridiche poste sotto la loro giurisdizione
        
        Al fine di assicurare l'indennizzo rapido e adeguato, gli Stati collaborano per elaborare criteri e procedure per il pagamento (quali assicurazioni obbligatorie o fondi di indennizzo)
        
        NORME DI SOFT LAW
        (principi contenuti in dichiarazioni internazionali che servono per interpretare altre norme di cui gli Stati sono parte)
        
        PRINCIPIO 21 STOCCOLMA:
        "Gli Stati hanno a) conformemente alla Carta delle NU e b) ai principi del DI,
        
        il diritto sovrano di sfruttare le proprie risorse secondo le proprie POLITICHE AMBIENTALI
        
        e la responsabilità di assicurare che le attività all'interno della loro giurisdizione NON causino DANNI all'ambiente DI ALTRI STATI (o di aree oltre i limiti della giurisdizione nazionale)
        
        PRINCIPIO 2 DI RIO:
        
        " " secondo le proprie politiche ambientali e di sviluppo
        
        la differenza tra le 2 (qui si aggiunge "politiche DI SVILUPPO)