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((IL NEWSMAKING E IL CONTENUTO DEI MEDIA, il contenuto dei media, che in…
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il contenuto dei media, che in larga scala si divide in fiction, informazione e pubblicità
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vengono costruite socialmente sulla base di un complesso insieme di fattori organizzativi,
tecnici, culturali, economici e politici, che assumono un ruolo cruciale nella costruzione
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che viene attuata nel processo di formazione e diffusione della notizia, ed è composto da una
serie di criteri, i valori notizia, ovvero le regole pratiche che determinano quali eventi sono
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setting). Funzionano come delle linee-guida per la presentazione del prodotto finale,
suggerendo cosa va enfatizzato, cosa omesso e a cosa dare priorità. Inoltre i valori notizia
possono essere influenzati anche a seconda del mezzo utilizzato, che può essere il giornale, la radio o la televisione chi comunica la notizia, se è una fonte autorevole oppure no, se conosciamo di persona chi la
comunica, o se è una figura di cui le persone si fidano, come le celebrità e gli influencer. Le
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gli eventi recenti, quelli semplici da comunicare, gli argomenti capaci di incidere sugli
interessi del paese, oppure gli eventi che riguardano personaggi facenti parte dell’élite della
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l’opinione pubblica e orientarla verso determinate posizioni politiche. Tuttavia, viene spesso
sottovalutato il rischio della distorsione involontaria (variabili intervenienti del modello S-VI-R),
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esterni, perché una notizia una volta diffusa viene contestualizzata e ricontestualizzata, e
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produttivo industriale, difatti la società industriale ha bisogno dei media, perché la produzione
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pubblico, ovvero la pubblicità. La pubblicità è la trasformazione dei contenuti mediali in
un’industria, che è orientata verso i target, e in essa vengono spesso rappresentati gli
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industriale, anche se in forme diverse: ad esempio l’insegna svolgeva una primordiale
funzione pubblicitaria, cercando di catturare l’attenzione dei passanti. Tuttavia la pubblicità
assume una dimensione onnipresente solo a partire dalla seconda metà del ‘900, grazie alla
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Variabili intervenienti, e flusso a 2 stadi
Dagli anni 40 avvia una vasta quantità di studi sulle comunicazioni di massa che conduce al definitivo superamento dei presupposti tipici della prospettiva ipodermica
Varie ricerche di psicologia sperimentale miranti a valutare la possibilità che tra stimolo e risposta
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intervenienti, quindi lo schema di riferimento è S-IV-R. Esse sono elementi che mediano
l’impatto che ha il messaggio/stimolo sui referenti/risposta, e ciò spiega la varietà nella
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di certi pubblici, e i casi di effetti non previsti o non voluti. Ci
sono degli effetti non intenzionali nella comunicazione, come l’esposizione selettiva, cioè il
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inconsciamente quali messaggi ricevere. C’è anche una percezione selettiva, ovvero si
ridimensionano o si esaltano alcune parti del messaggio, a seconda dei punti con cui gli
interlocutori concordano oppure no, per analizzare e comprendere gli effetti
dei mass media è obbligatorio considerare il contesto sociale in cui agiscono, inteso come
l’insieme organizzato delle relazioni sociali che avvolgono ogni membro di una comunità. teoria del flusso di comunicazione a 2 stadi, in base
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categorie di persone, che occupano un ruolo chiave nelle relazioni interpersonali di questo
pubblico. Queste figure sono i leader d’opinione, ovvero individui molto attivi a livello di
partecipazione sociale e politica, interessati agli argomenti trattati dai media, dunque persone
informate e motivate. I messaggi mediali raggiungono in primo luogo i leader d’opinione, che
interpretano, elaborano e metabolizzano i messaggi, ed in un secondo momento diffondono il
risultato dei loro processi cognitivi alle persone comuni. A loro volta, le persone comuni si
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interpretazione di ciò che hanno visto in televisione o letto sui giornali. Gli effetti dei media sono polarizzanti, spingendo verso il rafforzamento di opinioni, piuttosto che effetti
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convizioni che la gente già possiede, mentre si dimostrano impotenti nel farle cambiare idea.
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solo nel ‘900, con la distinzione tra il pubblico e la folla. La folla è un semplice
assembramento di persone fisicamente vicine, che si ritrovano per puro caso nello stesso
luogo in un certo momento, ma che difficilmente potranno ritrovarsi una seconda volta con le
stesse caratteristiche. La folla nasce effettivamente con la società industriale, ed è
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un agglomerato di persone che assume caratteristiche nuove e distinte, e una psicologia
propria e differente da quella degli individui che la compongono, infatti essi agiscono e
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sostiene che quando i singoli si aggregano perdono la loro personalità cosciente, vengono
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massa sono dominate da tendenze primordiali: viene meno lo spirito critico, sostituito
dall’esasperazione dei sentimenti, sono istintivamente conservatori e agiscono sotto l’influsso di momentanee esaltazioni.
Al contrario, il pubblico può essere costituito anche da individui fisicamente dispersi, ma uniti
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fisiche situate in un certo luogo, soprattutto con riferimento a eventi sportivi. Ne è un esempio
il pubblico del Colosseo di Roma, che è una collettività localizzata nello spazio e nel tempo
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Questo fenomeno è definito come simultaneità despazializzata, in quanto il pubblico dei
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folla, perché è più coesa e agisce secondo meccaniche diverse.
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Il contesto mediale contemporaneo è definito in termini di cultura convergente, in cui il
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cultura convergente, i professionisti tentano di creare media franchise finalizzati a
coinvolgere emotivamente gli spettatori, con l’obiettivo di creare relazioni a lungo termine tra
il marchio e i consumatori, ma anche tra gli spettatori stessi, i quali stimolano la nascita delle
comunità di brand, che trovano la massima espressione nel fandom. Il fandom è composto da
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marchio, anche se talvolta questo interesse si trasforma in una vera e propria venerazione del
brand. Emerge così il fenomeno dell’economia affettiva, nella quale gli spettatori
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piattaforme che mettono in relazione tra loro tali identità, permettendo la nascita di gruppi,
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Castells, affermando che in futuro le relazioni interpersonali si sarebbero basate unicamente
sulle passioni e sugli interessi in comune anziché sul limite della prossimità, prescindendo i
legami fisici. Ad un primo sguardo si potrebbe affermare che questo sia vero, ma in realtà i
social media non nascono per ampliare le proprie conoscenze, ma per rafforzare quelle
preesistenti: ad esempio la prima cosa che si fa quando ci si iscrive ad un social network, è
aggiungere tra gli amici tutte le persone che si conoscono nella vita reale, e a questo non
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un cyberspazio, un luogo di socializzazione in cui le persone possono incontrarsi dando vita
alle comunità virtuali, perciò diventano agenti di socializzazione.