Freire critica profondamente il modello educativo dominante, visto come oppressivo e deumanizzante, dove gli studenti sono intesi come passivi riceventi della conoscenza dell'insegnante. È Augusto Boal, uomo di teatro ispirato dal lavoro del suo connazionale Freire, vo a sviluppare nel 1960 il teatro dell'oppresso, che a sua volta sfida la concezione del teatro come strumento delle classi dominanti. Boal critica la separazione tra attori e spettatori perché nella sua lettura riproduce la distinzione tra chi ha Agency e chi ne è privo. Nel teatro di Boal lo spettatore è invece parte attiva che interviene sulla narrazione come regista, sceneggiatore, attore e spettatore contemporaneamente. Il teatro dell'oppresso, quindi, favorisce lo sviluppo di relazioni non gerarchiche e permette di superare le barriere connesse all'uso di discorsi esperti e all'autorità posizionale.
Nel suo ambito il concetto di cura è fondamentale: i partecipanti si prendono cura gli uni degli altri e della società. Ciò che viene messo in scena è, fondamentalmente, la società, della quale si evidenziano contraddizioni ed elementi problematici, mettendo in questione tutto quanto viene dato per scontato e quello che è percepito come verità indiscutibile. Diffusosi negli anni 70 come strumento di pratica politica e di ricerca, il teatro dell'oppresso è considerato uno degli antecedenti, tra le altre cose, del teatro sociale, del teatro educativo, della teatro terapia e del playback Theatre.
Le tecniche del teatro dell'oppresso sono diverse. Le principali, oltre al teatro immagine e al teatro forum descritti nel capitolo, sono il teatro invisibile, il teatro legislativo, il teatro il giornale e l'arcobaleno del desiderio. Il teatro invisibile può essere considerato una forma di etnometodologia teatrale, nella misura in cui i partecipanti mettono in scena una situazione problematica davanti a spettatori inconsapevoli, cercando di coinvolgerli nell'azione: un esempio è la performance molestia sessuale svolta nella metropolitana di Parigi, in cui gli attori hanno messo in scena diverse forme di molestia cercando di capire se gli spettatori sarebbero o meno intervenuti e a favore di chi. La performance si è conclusa con il coinvolgimento della polizia.
Nel teatro giornale, invece, l'obiettivo è capire come si costruisce l'opinione pubblica e cosa possa influenzarla, mettendo in questione il mito dell'imparzialità giornalistica. I partecipanti selezionano notizie articoli di giornale che, secondo loro, riportano notizie false e tendenziose e le riformulano, mettendole in scena oppure recitandole al resto del gruppo