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((La persistenza: ciò che diciamo online è destinato a restare disponibile…
- La persistenza: ciò che diciamo online è destinato a restare disponibile potenzialmente per sempre.
- La visibilità: i principali social network rendono visibili i nostri post a un pubblico vasto, e per limitare la visibilità dei nostri contenuti è necessario ricordarsi di modificare le impostazioni della privacy.
- La diffondibilità: è estremamente facile diffondere a nostra volta contenuti prodotti da altri. Con un semplice clic del mouse possiamo moltiplicare la diffusione di un messaggio.
- La ricercabilità: i motori di ricerca come Google consentono di ricercare i contenuti a partire da una parola chiave.
→ → La combinazione di queste quattro caratteristiche rende la gestione della propria reputazione un'impresa a rischio → per esempio, il direttore dell'azienda presso cui abbiamo un colloquio
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→ → i nostri comportamenti online avvengono di fronte a pubblici connessi. Nei pubblici connessi 1) le audience sono invisibili → i lettori o i visitatori di un profilo possono lasciare tracce, ma
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2) il collasso dei contesti → l’audience è composta da membri di cerchie sociali differenti. I nostri
s amici, colleghi di lavoro o i nostri parenti possono essere presenti nella s stessa piattaforma e avere accesso allo stesso tipo di contenuti.
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Le ricerche empiriche hanno mostrato come le identità online difficilmente rappresentino tentativi di fuga dalla realtà → Il confine tra esperienze online ed offline si fa sempre più permeabile e man s mano che internet entra nella vita quotidiana di ognuno di noi.
→ → è stato proposto di considerare la vita sociale in rete con uno spazio di sperimentazione, una specie di “palestra” di socialità. È stato utilizzato il concetto psicanalitico di “moratorium”, concetto che indica particolari situazioni circoscritte in un periodo di tempo limitato in cui le persone possono permettersi di sperimentare cose nuove senza doverne subire conseguenze sociali troppo pesanti. Il moratorium costituisce un'esperienza indispensabile per la formazione della personalità adulta poiché dà modo ai giovani di costruire la propria identità procedendo per prove ed errori.
Negli ultimi anni → Le caratteristiche dei social media stanno indebolendo le potenzialità della rete
di funzionare come uno spazio di moratorium proprio perché online offline sono sempre più intrecciate tra loro.
→ → In determinate situazioni, per esempio in cui è ancora possibile lo
pseudonimato, concepire la rete come moratorium significa “mettere alla
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negli anni Novanta erano fatte di avatar, oggi sono fotografie di corpi reali.
In conclusione possiamo dire che ancora oggi internet conserva una sua peculiarità come ambiente dove possiamo controllare di più e meglio la presentazione della nostra facciata personale.
- Legami forti, legami deboli e capitale sociale.
Il successo dei social network si può considerare come un riflesso di una società globalizzata. (vd villaggio globale) → L'idea di un “piccolo mondo” è stata espressa in numerosi studi a partire dalla s metà del II secolo. Se due persone a caso che vivono in zone diverse del
s pianeta hanno poche possibilità di conoscersi direttamente, esiste qualche
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Milgram → Nell’esperimento Milgram chiedeva a un campione di residenti di una cittadina americana di contattare una persona a loro sconosciuta, abitante di un altro Stato. Di questa persona, ai componenti del campione è stato fornito solo il nome e poche altre informazioni. Il compito era quello di farle pervenire un pacchetto utilizzando i servizi postali, inviando questo pacchetto a qualcuno di loro conoscenza che potesse avere maggiori probabilità di loro di conoscere la persona di destinazione → Sei gradi di separazione (“catene di contatti” costituite da un numero di intermediari compreso tra 2 e 10, con mediana di 5, approssimata 6)
→ → emerge una questione molto importante: quando si tratta di “sfruttare” le nostre conoscenze per entrare in territori sociali a noi poco familiari, non tutte le conoscenze e tutti gli amici sono ugualmente utili. Da questo punto di vista alcune persone non ci offrono nulla: sono magari grandi amici ma conoscono le stesse persone che conosciamo noi. Altre rappresentano conoscenze sporadiche e marginali , ma proprio per questo possono diventare dei potenziali “ponti” verso cerchie sociali altrimenti irraggiungibili. → Questa distinzione ha dato origine a ciò che in sociologia s vengono chiamati “legami forti” e “legami deboli”, dove s la “forza” di un legame viene definita in funzione al tipo s di relazione.
→ → Paradossalmente i legami forti sono meno importanti e meno utili di quelli deboli in molte occasioni pratiche di vita quotidiana.
Milgram stimava che ognuno di noi avesse a disposizione fino a 500 conoscenze. Non è il solo a essersi posto la domanda: “quante persone conosciamo?“. Viene spesso citato a questo proposito il “numero di Dunbar” → l'antropologo Robin Dunbar ha stimato che le nostre risorse cognitive,
s relazionali e affettive ci danno modo di mantenere relazioni stabili con s non più di 150/200 persone diverse.
N.B. In una ricerca condotta nel 2013 l'istituzione Pew Research Center ha scoperto che il numero medio di amici tra gli utenti adulti di Facebook è 338. Al tempo stesso gli utenti più giovani mostrano un numero di conoscenze più alto degli utenti anziani. La disponibilità dei social network incentiva i nativi digitali ad ampliare il proprio bacino di legami deboli.
capitale sociale = legami più intensi^nostri legami deboli^fiducia che sappiamo di poter riporre in s ognuno di questi legami
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Sono stati analizzati alcuni comportamenti tipici degli utenti di social network: - rispondere o commentare empaticamente gli status degli amici
- mostrare segnali di apprezzamento
- inviare messaggi di auguri
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- La costruzione dell’identità online.
Nella comunicazione umana si cerca di mantenere il controllo della situazione, ma quando accadono nella comunicazione gli imprevisti hanno spesso esiti sorprendenti: incomprensioni, litigi, cattive impressioni ma anche equivoci divertenti → l’ intenzionalità è una componente
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→ → Una delle differenze più interessanti della comunicazione mediata dal computer (CMC) è data proprio dal fatto che la Cmc è un po' più facile da tenere sotto controllo. Per fare un esempio basterà accennare ai cosiddetti smileys o, in italiano “faccine”. Gli smileys sono stati descritti fin dai primi anni di studio della comunicazione online come un modo creativo per superare le limitazioni tecniche del medium, le cui caratteristiche non consentirebbero la ricchezza espressiva della comunicazione faccia a faccia.
!!! La costruzione dell'identità che avviene online è sempre stata di grande interesse per i sociologi.
1993 → vignetta apparsa sul settimanale statunitense The New Yorker “Su internet, nessuno sa s che sei un cane”: anni fa questo era un modo per suggerire che su internet non esistono s discriminazioni e che ognuno può presentarsi per quello che è, ma al tempo stesso può s anche spacciarsi per una persona completamente diversa.
Sostituzione nome anagrafico con lo pseudonimo → processo di costruzione sociale condotto dal s proprietario del nome e da chi lo circonda. → → Spesso il proprio pseudonimo viene scelto in base ai referenti culturali e rivela qualcosa della propria personalità profonda.
TUTTAVIA questa rappresentazione dell'identità online oggi appare piuttosto anacronistica, tanto che la vignetta che abbiamo citato prima è stata sostituita da diverse parodie che sottolineano come le cose siano nel frattempo molto cambiate → pubblicata nel 2010 sul sito web Noise to
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Alcuni dei principali social network oggi chiedono agli utenti di identificarsi con il proprio nome e cognome anagrafico → sempre più spesso le identità che vengono rappresentate non sono troppo s dissimili dal modo in cui ci presentiamo nella vita di tutti i giorni.
Se negli anni Novanta l'identità in rete veniva vista come l'esito di una libertà individuale di rappresentarsi come si vuole, con il nuovo millennio torna ad essere qualcosa che viene in realtà co-costruito assieme agli altri → oggi l'identità online è legata al concetto di reputazione.
I social media evidenziano 4 caratteristiche della comunicazione online, che rendono la gestione della propria reputazione un'impresa strategica e delicata.