Il XIV secolo, con l'assenza dei papi durante la cattività avignonese, era stato un secolo di abbandono e miseria per la città di Roma, giunta ai minimi storici in quanto a popolazione. Con il rientro del papato in Italia, più volte rimandato proprio per le cattive condizioni della città e per la scarsità di controllo e sicurezza, fu innanzitutto necessario rinsaldare gli aspetti dottrinali e politici del pontefice. Quando nel 1377 Gregorio XI era infatti tornato a Roma, aveva trovato una città in preda all'anarchia a causa delle lotte tra la fazione nobiliare e quella popolare, e nella quale ormai il suo potere era più formale che reale. Seguirono quarant'anni di instabilità, caratterizzati a livello locale dal conflitto di potere tra Comune e papato, e a livello internazionale dal grande scisma d'Occidente tra papi romani e antipapi avignonesi, alla fine del quale fu eletto papa, di comune accordo tra le parti, Martino V della famiglia Colonna. Egli riuscì a ridurre all'ordine la città, ponendo le fondamenta della sua rinascita