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((5.5 Agenda setting., L’Ipotesi agenda setting conclude le principali…
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• Il punto di partenza è costituito dalla constatazione del crescente divario che separa la realtà vissuta in prima persona dalla realtà di cui si viene a conoscenza attraverso i media. Per i cittadini delle società occidentali, una parte del patrimonio cognitivo non proviene più di esperienze condotte in prima persona, bensì dalle rappresentazioni offerte dai mezzi di comunicazione.
• Di fronte a questa dipendenza cognitiva dai media, le persone tendono a prestare la loro attenzione principalmente a quei temi che vengono trattati dai mezzi di comunicazione, escludendo quelli che invece vengono ignorati.
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1) i media dicono alla gente quali sono i temi veramente importanti di cui bisogna occuparsi 2) i media impongono un ordine di priorità, che rispecchia il grado di importanza assunto da ogni tema.
“”Nelle parole di uno dei suoi principali sostenitori , l'ipotesi di agenda setting dice che: in conseguenza dell’azione dei giornali e degli altri mezzi di informazione, il pubblico ignora , dà attenzione oppure trascura, elementi specifici degli scenari pubblici. La gente tende a includere o escludere dalle proprie conoscenze ciò che i media includono o escludono””
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→ → L'effetto di agenda setting consiste nel fatto che l'agenda dei media finisce per riflettersi nell’agenda del pubblico.
→ → È importante sottolineare che in questo caso l'effetto non riguarda il merito di ciò che la gente è indotta a pensare, ma “solo” il fatto che su alcuni argomenti sia indotta a pensare qualcosa, mentre altri argomenti non vengono nemmeno presi in considerazione. L'ipotesi di agenda setting stabilisce che, se per un certo periodo di tempo i media dedicano tempo e spazio al problema dell'immigrazione, tale problema diventerà importante nella percezione del pubblico.
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→ → l'effetto di agenda è massimo su quegli argomenti sui quali il pubblico non ha alcuna possibilità di farsi un'esperienza in prima persona, mentre è minimo su quegli aspetti della vita quotidiana che ci coinvolgono direttamente.
- La convergenza mediale e l’avvento del mondo digitale.
A partire dagli ultimi decenni del ventesimo secolo il sistema dei mezzi di comunicazione di massa è stato soggetto a trasformazioni di tipo tecnologico ed economico che hanno ridefinito le relazioni tra produttori e consumatori → Il tradizionale modello broadcast di distribuzione di contenuti
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→ A differenza delle classiche teorie sugli effetti, in questo caso non si considerano le conseguenze di programmi e contenuti mediali specifici, quanto piuttosto l'impatto a lungo termine della costruzione della realtà presentata dalla televisione nel suo complesso
→ La coltivazione si riferisce infatti proprio alle rappresentazioni della realtà graduali e cumulative elaborate nel corso del tempo in seguito alla fruizione televisiva.
→ → Secondo i sostenitori di questa teoria il pubblico assorbe gradualmente nel tempo le concezioni della realtà presentate dalla televisione, che vanno a sostituire la realtà vissuta nella vita di tutti i giorni. → Questa “sostituzione di realtà“ avviene in misura proporzionale al consumo s televisivo infatti i forti consumatori di televisione mostrano gli effetti più
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La teoria considera in modo particolare la fiction, in quanto propone un mondo fatto di ruoli stereotipati. → Questi vengono “coltivati “ negli spettatori che finiscono per credere di vivere nella s s realtà proposta dalla televisione e applicando nella loro vita quotidiana quegli stessi s modelli.
!!! Le ricerche empiriche guidate dalla teoria della coltivazione si sono dedicate soprattutto a verificare gli effetti della violenza presentata sullo schermo. I risultati spiegano che i forti consumatori di televisione si sono dimostrati molto più ansiosi degli altri. Quindi chi guarda molta televisione sembra mostrare una percezione della diffusione della violenza largamente sovrastimata , riconducibile alla quantità di violenza rappresentata nella fiction del mezzo televisivo. Inoltre, i telespettatori abituali sembrano essere anche più insoddisfatti del proprio stile di vita
→ → La teoria della coltivazione televisiva ha il merito di spostare l'attenzione dagli effetti , all’azione complessiva dei media come agenti di socializzazione. L'effetto di coltivazione è anche pericolosamente vicino ai più banali luoghi comuni sulla televisione: per esempio l'idea che a lungo andare “si finisce per credere a tutto ciò che dice la televisione“, oppure la paura che i bambini esposti ai telefilm violenti trasferiscano quella stessa violenza nei loro rapporti interpersonali. È quindi importante tenere presenti alcuni punti:
1) oggi sappiamo che il pubblico non è mai completamente passivo, ma al contrario sottopone i contenuti a molteplici processi di interpretazione , rielaborazione e mediazione, tramite la propria rete di conoscenze interpersonali. La stessa fruizione, non può essere descritta in termini solamente quantitativi (quante ore vengono trascorse davanti alla televisione) ma è necessario interrogarsi sulle modalità qualitative di questa fruizione.
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consumo televisivo e “sostituzione di realtà“ : piuttosto che sostenere che la televisione provoca nelle persone una maggiore ansia, non si potrebbe ipotizzare che siano invece proprio quelle persone già maggiormente ansiose a guardare più a lungo la televisione?