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((La cultura e la comunicazione vengono viste come il terreno di incontro…
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resistenza. Nella loro applicazione pratica alla comunicazione di massa, i Cultural studies hanno
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s dominante TUTTAVIA il loro contenuto è problematizzato: non esiste, secondo
s questi autori, un manipolatore che imponga direttive esplicite circa ciò che i media
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s => processo di decoding , ovvero di decodifica che il prodotto mediale subisce una volta
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s 2) negoziata quando, accanto alla comprensione del codice utilizzato
s dall’emittente, il lettore attribuisce al messaggio anche
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→ → Se la messa in codice rappresenta il momento di espressione del potere dei media, con la
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condurre la fruizione mediale verso significati assolutamente inattesi, imprevisti e anche opposti a
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specifiche culture o sottoculture. Le sottoculture metropolitane costituiscono uno dei temi classici
della ricerca sviluppata dai Cultural studies: gang giovanili, organizzazioni informali di tifo sportivo,
punk, omosessuali, immigrati sono tutti “consumatori di comunicazione di massa” che dimostrano
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s cultura, bensì consumo.
→ → La manipolazione del desiderio avviene con l'intento di conseguire un profitto, in questo
senso l'industria culturale, analogamente a qualsiasi altra industria capitalista, è analizzabile con le
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s economiche, l'industria culturale secondo la teoria
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s valori, nei suoi atteggiamenti e nelle sue opinioni)
Secondo la teoria critica → i prodotti dell’industria culturale, come le produzioni cinematografiche s di Hollywood o quella che veniva definita “musica leggera”
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s pensare (esempio) suddivisione in generi consente al pubblico precise s aspettative: una commedia brillante avrà sempre un lieto fine.
!!! In questo contesto nasce la denuncia dell'uomo ad una dimensione narcotizzato dai media, indotto a soddisfare i falsi bisogni creati dai media stessi e offuscato da una falsa coscienza che gli impedisce di liberarsi delle sue catene.
→ → L’identità fortemente europea della teoria critica si dimostra naturalmente contraria alla mass communication research statunitense e alla sociologia funzionalista, accusate di lavorare al servizio dell'industria dell'intrattenimento ed ignorare il ruolo e l'importanza complessiva dei media nella società → se la “ricerca amministrativa” statunitense si limita ad analizzare il
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s necessarie per raggiungere pubblici sempre più vasti, per la teoria critica è s importante non solo ciò che i media dicono ma anche ciò che non dicono.
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definitivamente forma presso il Center of Contemporary Cultural studies dell'università di Birmingham. (≅scuola di Francoforte perché anche in questo caso si può parlare di una “scuola” raccolta attorno a un istituzione ben precisa in grado di fungere da stimolo per i ricercatori posti a lavorare fisicamente fianco a fianco)
pongono la dimensione culturale al centro dei loro interessi scientifici MA la cultura non è vista come un patrimonio fisso e immutabile, sviluppato da intellettuali/scienziati, ma come un insieme di processi socialmente e
storicamente situati, attraverso i quali le persone comuni attribuiscono un senso alla realtà
V.S. tradizionale interpretazione del materialismo storico marxista, che considerava la cultura come semplice riflesso della struttura economica della società, utilizzando riflessioni antagoniste al marxismo - Max Weber
- Walter Benjamin - Antonio Gramsci
→ → Il risultato è che la cultura dominante non viene vista come omogenea e incontrovertibile ed imposta alle classi subalterne con la forza della violenza o delle necessità economiche AL CONTRARIO l'affermazione di una certa forma culturale avviene sempre attraverso un faticoso processo di negoziazione e conflitto nel corso del quale le classi dominanti esercitano il potere che deriva dalla loro condizione privilegiata ma le classi subalterne a loro volta dispongono della possibilità di rifiutare o rielaborare ciò che viene loro proposto → cruciale per la rappresentazione s di questo processo è la nozione di s egemonia.