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((Gli effetti dei media., 5.1 Media forti o media deboli?, Passando in…
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Passando in rassegna le principali teorie sulla comunicazione di massa abbiamo evidenziato la mancanza di punti saldi nel dibattito scientifico. L'assenza di fondamenta teoriche comuni ha trovato una rappresentazione di largo successo nell’opposizione tra - apocalittici
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apocalittici → chi attribuisce ai mezzi di comunicazione di massa il potere di manipolare la mente s delle persone
integrati → coloro che celebrano l'utilità sociale dei media e i loro meriti nell’informare, educare e s intrattenere i cittadini
→ → Le posizioni degli apocalittici e degli integrati rappresentano una dicotomia che si riscontra sia nei discorsi della gente comune, sia nella ricerca scientifica
N.B. Entrambe le posizioni sono chiaramente dei tipi ideali sociologici = delle “descrizioni esagerate“ di atteggiamenti che non si riscontrano davvero nella realtà con questa evidenza.
L’alternanza tra le posizioni degli apocalittici e degli integrati ha prodotto un’analoga alternanza nel livello di potere attribuito ai media, considerati come portatori di effetti “potenti” (collegabile alla teoria ipodermica) o di effetti ”deboli”
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s trasporti, che produce come effetto nello spettatore l'annullamento di s un importante viaggio di affari programmato per quel giorno
2) effetti a medio termine → sono quelli cercati per esempio dalle campagne elettorali, che
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Il modello dei differenziali (o scarti) di conoscenza è stato tra i primi ad attribuire ai media effetti potenti, misurati sul lungo periodo → Il modello trova le sue premesse nell’idea che l'informazione s sia diventata una risorsa fondamentale (L'informazione è
s potere), evidenziando la tendenza a ricercare nella possibilità s di accesso alle informazioni una nuova fonte di
s disuguaglianza sociale, economica e politica.
→ → Se l’informazione viene considerata come “la nuova ricchezza " è opinione comune che il processo di espansione dei mezzi di comunicazione di massa contribuisca ad una distribuzione dell'informazione in senso egualitario. TUTTAVIA la teoria degli scarti di conoscenza contraddice questa opinione affermando che: man mano che aumenta la penetrazione dei media
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→ Questo modello si pone in discontinuità con le teorie “degli effetti limitati " , affrontando il problema degli effetti alla luce di un nuovo , evidente elemento che ha radicalmente mutato il panorama dei mass media: l'avvento della televisione.
La televisione sottrae al pubblico la possibilità di selezionare i tempi, i modi ed i contenuti della propria fruizione mediale grazie alla - consonanza → nasce dalla rappresentazione omogenea
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- cumulatività → è invece legata alle caratteristiche pervasive
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→ → Secondo Noelle-Neumann il pubblico non è più in grado di esercitare il suo potere di scelta, semplicemente perché non ci sono più alternative tra cui scegliere e perché i contenuti televisivi vengono proposti ovunque in modo continuo.
L'altro pilastro alla base del modello della spirale del silenzio è una particolare teoria dell'opinione pubblica → Secondo l'autrice gli individui hanno una naturale paura di essere socialmente isolati
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s pubblicamente ciò che pensano solo se ritengono che si tratti di opinioni maggioritarie s altrimenti si astengono. In questo modo l'opinione pubblica diventa quindi l'opinione s dominante
Qui entrano in gioco i mezzi di comunicazione di massa, il modo più semplice per sondare l'orientamento dell'opinione pubblica è costituito dalle rappresentazioni dei media. Si instaura un processo, per cui le opinioni che vengono presentate dai media come maggioritarie, vengono esposte con ancora più veemenza dai propri sostenitori. Al contrario, chi sostiene opinioni considerate minoritarie, è indotto a non esporsi in pubblico. Otteniamo la “spirale del silenzio”.
→ → La teoria della spirale del silenzio è utile per spiegare il comportamento dell’opinione pubblica in particolari occasioni.
→ → È implicitamente adottata nell'applicazione di alcune norme relative alla copertura mediatica dei processi elettorali. → Per esempio, In Italia è vietato diffondere i risultati in tempo reale degli
s “exit poll“, proprio per evitare pericolosi effetti a spirale.
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1) il fatto di considerare la televisione come un medium dei contenuti omogenei contraddice la progressiva differenziazione che invece è una sua caratteristica. Gli utenti televisivi hanno a
d'informazione in un sistema sociale, i segmenti di popolazione con lo stato sociale economico più alto tendono ad acquisire informazioni più velocemente rispetto ai segmenti di più basso livello socioeconomico, così che lo scarto di conoscenza tra questi segmenti tende a crescere invece che a diminuire.
In altre parole, secondo questo modello la maggior diffusione dei media accentua le disuguaglianze tra gruppi sociali poveri e gruppi sociali ricchi di informazione.
disposizione un’offerta sempre più vasta, affiancata da una differenziazione delle modalità tecniche di trasmissione e da un orientamento dei singoli prodotti verso pubblici sempre più specifici.
2) ha a che fare con il concetto di “opinione pubblica “. Se è vero che la maggioranza tende a schiacciare le opinioni diverse , è anche vero che almeno alcune minoranze (chiamate “minoranze attive“) sono tutt'altro che disponibili a lasciarsi ridurre al silenzio.