La produzione artistica che è possibile definire esclusivamente romana iniziò tardi (età imperiale). Gli oggetti d'arte presenti fin dai tempi antichi nell'Urbe erano sia opere di importazione, sia prodotte a Roma ma da artisti formatasi altrove, è il caso della Cista Ficoroni, un recipiente di rame. I Romani, però, erano più interessati alle questioni concrete (utensili, pentole) che non a quelle astratte. Questi oggetti d'uso erano costituiti da materiali poveri. Il lusso non era ben visto, il vasellame era di terracotta e le argenterie dovevano essere semplici. Il rapporto dei Romani con l'arte cambiò con la concentrazione a Roma dalle immense ricchezze derivanti dalla spoliazione dei templi e delle città dei popoli vinti. L'arte romana si manifestò nelle grandi opere pubbliche, nel ritratto, nei rilievi e nelle architetture onorarie. Difficilmente viene ricordato il nome dell'artefice di un manufatto artistico, tanto che, per la maggior parte, l'arte romana è anonima. Tali opere vengono ricordate con il nome del console sotto il cui consolato furono eseguite, o con quello dell'imperatore o del committente che ne permise la realizzazione (Anfiteatro Flavio, Acquedotto Claudio).